Quest’anno il film latinoamericano più atteso al festival di Cannes è La Cordillera de los sueños di Patricio Guzman il regista cileno che con Nostalgia de la luz e El Botón De Nácar ha creato autentici poemi epici. Sarà in programma tra le proiezioni speciali di cui fanno parte anche Herzog, Abel Ferrara. In questo recinto troviamo anche Chicarotes del messicano Gael Garcia Bernal, storia di adolescenti tra ricerca di lavoro e criminalità e dell’argentino Julio Solanas (Que sea ley) un film sul movimento femminista. Si fa notare, fuoriconcorso un Diego Maradona firmato dall’inglese Asif Kapadia, già autore di Ayrton Senna premiato al Sundance.

La presidenza della giuria di Cannes 2019 a Alejandro Gonzalez Iñarritu sembra aver concentrato tutta l’attenzione sul latinoamerica da parte dei selezionatori, quest’anno poco nutrita in tutte le sezioni (e prima di Iñarritu c’era stato solo un altro latinoamericano come presidente di giuria, lo scrittore Miguel Angel Asturias, nel 1970). Unico film in concorso è il brasiliano Bacurau di Kleber Mendonça Filho firmato con Juliano Dornelles, film d’avventura con sprazzi di horror e western che vuole raccontare il paese oggi, interpretato da Sonia Braga come l’energica e desiderata da tutti Dona Carmelita. Mendonça Filho fu l’autore con il suo cast di una protesta sul tappeto rosso contro il processo di impeachment nei confronti di Dilma Rousseff nel 2016, quando presentò a Cannes Aquarius.

Un altro film brasiliano lo troviamo al Certain Regard, A vida invisível de Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz, coproduzione con la Germania interpretata da Fernanda Montenegro, la celebre attrice candidata all’Oscar per Central do Brazil. La presidenza della giuria è affidata di Lisandro Alonso, uno dei registi argentini di grande talento della nuova generazione (La libertad, Los muertos).

Nella Quinzaine è in programma l’argentino Alejo Moguillansky, membro di un collettivo che sperimenta nuove forme espressive, con la commedia politica Por el dinero, sul posto che occupano gli artisti nella società contemporanea, l’esordio Canción sin nombre, della peruviana Melina León, l’esordio della regista brasiliana Alice Furtado Sem seu sangue film sul desiderio femminile. Il cinema delle scoperte, quello selezionato alla Semaine de la Critique, con giuria presieduta dal regista colombiano Ciro Guerra (El abrazo del serpiente) ha ben due film in programma, anche questi di varia coproduzione: fuori concorso il colombiano Franco Lolli con Litigante, quindi in programma Nuestra madres di César Díaz (Guatemala con Belgio e Francia)un film sulla ricerca dei desaparecidos durante la dittatura militare e Ceniza negra, di Sofia Quiros (Costa Rica con Argentina, Cile, Francia)