Di standard e non solo si compone il ritorno discografico, a due anni di distanza dal pluripremiato album di debutto WomanChild, di Cécile McLorin Salvant. Talento prodigioso, nata a Miami da madre francese e padre haitiano, è la vera rivelazione del jazz vocale declinato al femminile delle ultime stagioni. For One to Love – il titolo della sua seconda opera incisa per Mackavenue (distribuzione Egea) – è un ulteriore passo in avanti, perché la ventiseienne artista americana non si limita a ripercorrere la strada dei classici, ma compone lei stessa cinque brani dimostrando una capacità di scrittura non comune.

Accompagnata da Aarn Diehl al pianoforte, Pau Sikivie al contrabbasso e Lawrence Leathers alla batteria, è riuscita là dove molti colleghi magari più titolati falliscono perdendosi in operazioni eleganti ma fredde. In possesso di una tecnica eccellente – chi ha avuto la fortuna di assistere a una sua performance live a Perugia e Orvieto due anni fa sa di cosa stiamo parlando, preferisce però evitare i cliché Quindi scordatevi gli acuti lancinanti, i glissati, impetuoso scat o raddoppio vocale dello strumento, concessi ma con assoluta parsimonia come per dire: «lo so fare, ma non è questo che voglio». No, Cécile preferisce concentrarsi sull’interpretazione, quasi un’attrice prestata alla canzone.

Entra nei brani distillando ogni parola, ogni frase. Tratta ogni canzone e ogni storia con il dovuto riguardo. L’aiuta la capacità di esprimersi con estrema disinvoltura sia in inglese che in francese; nel nuovo lavoro l’ascoltiamo nella commovente Le mal de vivre scritta da Monique Andre Seere.

https://youtu.be/DtlPDjbxS88

For one to love si propone quindi come un continuo rimescolamento sonoro, di atmosfere e giochi vocali. Eccola riprendere uno standard di Burt Bacharach, Wives and Lovers e trasformare il testo passionale di Hal David in una folle storia d’amore, supportata dal pianoforte di Diehl in un andamento musicale quasi da cartoon. Una vocalità elastica ma che non si mette in mostra, non vuole essere la «prima della classe». È una dimostrazione di assoluta serietà, di attenzione nei particolari senza tralasciare nulla, evitando di cadere nella trappola delle chiusure arabescate, dei contorni stilosi per accontentare l’ascoltatore ma che non lasciano traccia, non hanno profondità.

Cécile è riuscita a crearsi, in poco tempo, una sua identità pur non dimenticando la lezione delle maestre di canto entrate nella storia del jazz. Lei può evocare in alcune note burrose il portamento dolente e lussurioso di Sarah Vaughan, lo stile irruente e ironico di Betty Carter e il senso assoluto del timing di Ella Fitzgerald. E affiora spesso anche l’emozione nello scoprire qua e là sparse nel disco le sofferenze e i drammi che rimandano alle storie e al vissuto di Billie Holiday. Non è un caso che nelle sue performance live una delle punte più alte sia rappresentata proprio dalla ripresa di un classico del repertorio di Lady Day, He’s Funny that Way.

Le dodici tracce che compongono For one to love si rivelano quindi come un ulteriore passo in avanti di una carriera che lascia ancora aperte future escursioni – e sfide – verso nuovi e inesplorati territori musicali.