Troppo Renzi in tv. L’Agcom, l’Autorità delle comunicazioni, torna a battere un colpo dopo aver rilevato un eccesso di «tempo di parola» concesso al premier da alcune emittenti tra il 10 e il 16 maggio e in generale dal 5 aprile. Il Consiglio dell’Agcom ha anche esaminato gli esposti presentati da alcune forze politiche, in una riunione a quanto pare piuttosto accesa. In un comunicato si parla infatti di «articolato dibattito nel quale sono emerse posizioni diversificate».

Conclusione: ordine di riequilibrio nei confronti di La7, Rainews e Skytg24, «per l’eccessivo tempo di parola» a Renzi; ordine di riequilibrio a La7 «per l’inadeguata presenza riservata all’Ncd e a tutte le liste con minore rappresentanza parlamentare»; ordine di riequilibrio e un richiamo al Tg3: troppo Renzi e poco Ncd. Infine, archiviazione degli esposti presentati da Ncd e 5 Stelle.

L’Agcom prossimamente potrebbe anche trovarsi a dover affrontare una questione spinosa che rischia di avere serie conseguenze nel campo della comunicazione politica: può un plastico violare la par condicio? A sollevare il tema, sorvolando sul Renzi debordante, è Michele Anzaldi, renziano segretario della commissione di vigilanza, lo stesso che si era appellato ai vertici Rai contro l’imitazione di Maria Elena Boschi fatta da Virginia Raffaele e che aveva interpellato la stessa vigilanza e l’Agcom sul caso Pelù-concertone del 1 maggio. Beppe Grillo ieri ha annunciato che si sarebbe presentato a Porta a Porta con un plastico, appunto, un castello con dentro i politici. Reazione di Anzaldi: «Il presidente dell’Agcom dica se è possibile o se non sia una violazione della par condicio. Sarebbe opportuno che anche il presidente della vigilanza Rai, Roberto Fico, dicesse cosa ne pensa. Occorrono chiarimenti, altrimenti di questo passo ci aspettiamo Berlusconi che fa la televendita delle dentiere».

Il paragone non è calzantissimo, ma tant’è. Un altro Pd, Gero Grassi, chiede allarmato risposte. Allora il 5 Stelle Fico prova a spiegare che gli risulta difficile scorgere nell’«introduzione di oggetti in una trasmissione» una violazione della legge. E sfida Anzaldi a indicare le norme che conterrebbero un simile divieto. Comunque, conclude, toccherà all’Agcom «irrogare eventuali sanzioni». Dopo articolato dibattito.