In Calabria si torna alle urne. Forse in autunno. Di sicuro saranno elezioni regionali anticipate dopo le dimissioni forzate dell’ex presidente Peppe Scopelliti (Ncd), “trombato” alle Europee e ai ferri corti col suo partito tanto che si parla di un suo rientro in Forza Italia. A sinistra le cose non vanno tanto meglio: primarie sì, primarie no, e soprattutto gran ressa di candidati a caccia della nomination. Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme, si è dimesso da coordinatore regionale di Sel per dedicarsi a tutto campo alla corsa per le regionali. Mentre si assiste a uno smottamento a livello locale: dopo l’uscita dal partito di Nando Aiello, unico parlamentare eletto in Calabria nelle liste di Sel, per aderire al Pd, contro la prosecuzione dell’esperienza della lista Tsipras si è dimesso il deputato salernitano Michele Ragosta e ieri lo hanno seguito il segretario provinciale di Salerno Gerardo Calabrese e altri 27 componenti del direttivo.

Sindaco Speranza, il dibattito sul futuro della sinistra, dentro e fuori la Lista Tsipras, in Calabria si intreccia con la campagna per le regionali. Non rischia così di essere zavorra nella sua corsa al voto? E cosa pensa della decisione di Barbara Spinelli di tornare sui suoi passi, prendersi il seggio europeo e sacrificare Furfaro?

La Calabria ha bisogno di cambiare, davvero. Chiudere definitivamente con la pessima esperienza del centrodestra di Scopelliti, finita così ingloriosamente, e anche con il “partito unico regionale trasversale” che sembra non voler mollare la presa sulla Regione portandola all’asfissia. Dopo due mesi dalla condanna di Scopelliti ancora il consiglio regionale non è stato sciolto. Non si sa quando si vota. Il “partito unico trasversale” vuole votare in primavera o dopo. Hanno approvato una legge elettorale con lo scopo di farla dichiarare incostituzionale e fare ’ammuina’. Dal canto mio, da sindaco della città più grande governata dal centrosinistra ho pensato di mettere a disposizione la mia candidatura. Voglio contribuire a rinnovare e unire tutto il centrosinistra, mettere in campo forze popolari ed energie civiche anche lontane dalla politica che hanno a cuore il futuro della loro terra. Ecco perché, pur essendo interessato al dibattito a sinistra e nella lista Tsipras, non penso che si debbano condizionare le scelte che dovremo compiere per la Calabria. Su Spinelli non capisco perché non ci possano essere relazioni fondate sulla chiarezza. Se si fosse detto al momento delle candidature che avrebbe mantenuto il seggio tutti sarebbero stati contenti. Mettiamoci senza ipocrisia nei panni di Furfaro e dei dirigenti di Sel. Sono veramente colpito dalla scelta di fare diversamente da quanto tutti avevano sostenuto prima, durante e dopo la campagna elettorale.

In Sel si è aperta una vivace discussione che, volendo schematizzare, è imperniata sui rapporti col Pd. Lei a Lamezia governa in un’alleanza larga. Pur tuttavia si è speso molto per la lista Tsipras che era in contrapposizione al governo Renzi-Alfano. Ora si candida per le primarie del centrosinistra. Non crede che Sel stia pagando anche questo ondeggiamento, il voler essere di lotta e di governo? E in Calabria non sarebbe stato meglio guidare un processo alternativo verso una coalizione di forze politiche e sociali autonoma dal Pd?

Ripeto: in Calabria è aperta la sfida del cambiamento, della rottura con tutti i vecchi vizi, compresi i nostri, che l’hanno così mortificata e depressa. Non ci si può arrendere prima di averla condotta, questa battaglia. Già dopo le elezioni politiche ho cercato di interloquire con quell’elettorato che, proprio per segnalare questa esigenza di rottura, anche in Calabria si era schierato per il 5 Stelle. Non si può rinunciare a priori alla possibilità di governare questa regione per produrre quei cambiamenti necessari e tanto attesi. Non mi consolerebbe un ruolo di testimonianza. Io credo che in Calabria esistano le forze e le intelligenze per produrre questo cambiamento. E’ ciò che ho sperimentato in questi nove anni alla guida della mia città senza aver avuto mai la maggioranza in Consiglio.

In Calabria il centrosinistra negli ultimi vent’anni ha dato gran brutta prova di sè. Non la imbarazza partecipare a una competizione dove il contesto di coalizione è rimasto inalterato con i soliti noti quali Adamo, Loiero, Oliverio? Potrà davvero spirare il vento del cambiamento?

Anche le ultime amministrative, con i risultati dei ballottaggi, confermano che il cambiamento non è più rinviabile pena la sconfitta. Io mi candido proprio per questo: per dare voce e forza alle idee, ai valori, al popolo della sinistra e per la rottura di quel sistema che è apparso per troppo tempo immutabile. Se le primarie saranno vere e di popolo, io penso che quel vento del cambiamento potrà spirare.

Sel ha un futuro o è destinata alla scissione?

Mi auguro con tutto il cuore che il tempo delle scissioni e delle frantumazioni infinite sia definitivamente alle nostre spalle. Sel è stata preziosa negli per tenere in vita un’idea e una speranza per la sinistra. Lo ha fatto in Puglia, a Cagliari, a Genova, a Milano, a Rieti e, nel nostro piccolo, a Lamezia. Essere interpreti di un orizzonte molto largo del cambiamento che vada ben al di là di noi: è quello che siamo riusciti a fare in alcuni momenti decisivi della vicenda politica di questi anni. Di questa Sel, autonoma, aperta e innovativa c’è bisogno.