Un errore lo ha riconosciuto anche il governo. H a a che fare, prevedibilmente, con uno dei tanti bonus che ormai spuntano ovunque nelle leggi fiscali. La legge di bilancio, che sarà approvata definitivamente questa sera ad appena 24 ore dall’esercizio provvisorio, li conferma e li moltiplica. In questo caso si tratta del bonus di cento euro per i redditi medio bassi previsto come taglio del cuneo fiscale nella legge di bilancio dello scorso anno. Introdotto per decreto a febbraio nell’ultimo provvedimento pre pandemia, convertito in piena emergenza ad aprile, prevede una detrazione che assorbe e amplia gli 80 euro previsti dal «bonus Renzi» per i redditi fino a 28mila euro e poi a scalare per i redditi fino a 40mila euro. Il bonus è previsto dal luglio scorso e in questa legge di bilancio il governo ha inteso stabilizzarlo per gli anni 2021 e 2022. Stanziando le risorse (circa tre miliardi) sufficienti a coprire l’intero 2020 – quindi 1.200 euro di bonus per i redditi più bassi – , ma la norma così com’era scritta nella legge di bilancio (ed è rimasta senza modifiche) limita lo sconto Irpef, come nel decreto originale di febbraio, al solo secondo semestre di quest’anno.

Dunque non c’è un problema di copertura, casomai c’è un eccesso di circa il doppio di copertura come ha dovuto spiegare ieri nell’aula del senato il viceministro all’economia Misiani ammettendo che sì, c’è (almeno) un errore nella legge di bilancio. Ma è troppo tardi per ipotizzare correzioni, dunque il governo interverrà con un decreto legge. Intanto il senato deve approvare la legge di bilancio così com’è, con la consapevolezza dell’errore, visto che la doppia lettura che la Costituzione continua a chiedere è ormai un privilegio per i provvedimenti più fortunati (o meno importanti). Ieri poco prima delle nove di sera il governo ha posto in senato la questione di fiducia sulla manovra (la seconda nella stessa giornata e nella stessa camera, la prima sul decreto sanità in Calabria) e questa sera la pratica sarà chiusa. In modo da lasciare qualche ora simbolica al presidente della Repubblica per promulgare la legge, prima che alla mezzanotte di giovedì scatti l’esercizio provvisorio. Al senato non è andata molto meglio del Quirinale, un’oretta in commissione per la legge più importante dell’anno, nessun voto e nessun relatore per l’aula che ne ha discusso un solo pomeriggio, ieri. Non è escluso che Mattarella firmando la legge di bilancio trovi il modo di far notare la problematicità, mentre tutti aspettano il suo discorso agli italiani di domani sera.

L’errore potrebbe non essere l’unico. Nell’intrico di norme che è la legge di bilancio, dove ogni comma ha bisogno per essere compreso di due o tre rimandi a leggi che rimandano ad altre leggi, la caccia alle incongruenze si affida ai rumors. «Nei corridoi gira la voce che nella manovra ci sia il doppione di uno stanziamento già previsto nel Ristori-4, riguarderebbe gli affitti…» dice in aula il capogruppo della Lega Romeo. Forse il decreto che il governo ha intenzione di fare «immediatamente dopo l’entrata in vigore della legge di bilancio», ha spiegato Misiani ai senatori, non si limiterà alla correzione del cuneo fiscale. Sarà il primo decreto del 2021, mentre ancora si attende il testo del milleproroghe, approvato dal Consiglio dei ministri del 23 dicembre ma non ancora arrivato al Quirinale per lo scontro sotterraneo nella maggioranza su vari argomenti, per esempio le trivellazioni.

Del resto che ci sia un solo errore in una legge di bilancio dall’iter così accelerato potrebbe essere considerato quasi un successo. L’incongruenza era già nel testo consegnato dal governo alla camera con quasi un mese di ritardo (il novembre invece che il 20 ottobre come prevede la legge). Non è stata mai corretta. Quello che era l’articolo 3 è diventato, nel maxiemendamento che ha blindato il testo frutto delle mediazioni raggiunte in commissione bilancio alla camera, il comma 8 dell’articolo 1 che ha fagocitato tutta la manovra 2021. I commi alla fine sono cresciuti fino a toccare soglia 1.150. La caccia all’errore probabilmente è appena cominciata.