Sospesi i colloqui di pace tra governo colombiano e guerriglia. Lo ha annunciato il presidente Manuel Santos a seguito della cattura del generale Ruben Dario Alzate, attribuita alle Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc). Il generale – ha precisato Santos in una conferenza stampa – stava guidando la Fuerza de Tarea Titan, un’unità speciale dell’esercito, accompagnato da un sottufficiale e da un’avvocata che coordina i Progetti militari speciali nel dipartimento occidentale di Choco, dove i tre sono stati prelevati.Un episodio ancora tutto da chiarire – ha precisato lo stesso Santos, chiedendosi perché il generale si trovasse in quella zona in abiti civili. In ogni caso – ha aggiunto – le trattative di pace, in corso all’Avana dal 19 novembre del 2012, «vengono sospese» finché l’inchiesta non chiarisce i fatti e il generale «non viene liberato». Quindi, Santos ha tenuto una riunione d’emergenza coi vertici della Difesa e del governo e ha ordinato il dispiegamento di tutta la capacità militare disponibile, aerea, navale e terrestre.

Il governo sospetta del Fronte 34 delle Farc, che avrebbe così fatto prigioniero il generale più alto in grado fra tutti quelli catturati fin’ora. Dall’Avana, i negoziatori della guerriglia marxista (la più longeva dell’America latina, che anima un conflitto lungo oltre mezzo secolo insieme all’altro gruppo, Esercito di liberazione nazionale – Eln-), non si sono ancora espressi. Subito dopo l’annuncio, hanno pubblicato un twit in cui promettevano una spiegazione a breve, ma fino al momento per noi di andare in stampa, non c’erano notizie. Sospesa, comunque, la partenza del gruppo di negoziatori del governo verso l’Avana. Quella in corso, sarebbe stata una settimana decisiva della fase finale di trattative per portare a soluzione politica il conflitto in Colombia.

Un siluro ben calcolato contro il processo di pace? In molti hanno fatto notare che il primo a dare la notizia della cattura del generale è stato il principale avversario delle trattative, ovvero l’ex presidente Alvaro Uribe. E d’altronde, le ingerenze e i colpi bassi contro il tavolo dell’Avana non sono certo mancate: a partire dallo spionaggio illegale dei negoziatori. A fronte della levata di scudi dell’estrema destra, c’è però l’invito al realismo rivolto a Santos da quella parte di società colombiana che lo ha votato perché portasse a casa un risultato di pace, a dispetto delle sue politiche neoliberiste: «Dialoghiamo come se non ci fosse la guerra e combattiamo come se non ci fossero i dialoghi di pace», aveva d’altronde dichiarato Santos, rifiutando sempre di accettare la proposta della guerriglia di un cessate il fuoco bilaterale. In questi due anni di trattative, i dirigenti Farc hanno continuato a cadere sotto i colpi dell’esercito, eppure la guerriglia non ha interrotto il dialogo. E così, importanti settori della società colombiana, come il movimento popolare Marcia patriottica, hanno chiesto a Santos di proseguire il dialogo proprio a partire da una tregua bilaterale.

I portavoce di Marcia patriottica, l’ex senatrice Piedad Cordoba e David Florez, hanno annunciato la loro partecipazione alle prossime elezioni amministrative: «pur essendo consapevoli – hanno affermato – dell’assenza di garanzie per far politica in Colombia, siamo però convinti che sia giunto il momento di sostenere i dialoghi dell’Avana, e di conquistare il potere locale per metterlo al servizio delle lotte sociali condotte insieme ad altri settori». Attraverso il raggiungimento di una soluzione politica, le organizzazioni popolari chiedono profonde riforme strutturali e un cambiamento di ruolo della Colombia (gendarme del continente e principale pedina degli Stati uniti) nel nuovo scenario latinoamericano. Anche per questo, Marcia patriottica ha creato una commissione etica, che valuterà programmi elettorali e candidati.