L’ex presidente cubano, Fidel Castro, interviene sull’abbattimento del Boeing malese e sulla drammatica situazione di Gaza. «Stamattina – ha scritto giovedì Castro – le informazioni erano piene dell’insolita notizia che un aereo della compagnia Malaysia Airlines era stato colpito a 10.100 metri di altezza mentre sorvolava il territorio dell’Ucraina, sulla rotta che è sotto il controllo bellicista del re del cioccolato, Pietro Poroshenko».

Cuba «che è stata sempre solidale con il popolo dell’Ucraina – ha precisato – e che nei giorni della tragedia di Chernobil si è presa cura della salute di molti bambini colpiti dalle radiazioni di quell’incidente e che sarà sempre disposta a continuare a farlo, non può evitare di esprimere il suo ripudio per l’azione di un simile governo anti russo, anti ucraino e proimperialista».

Contemporaneamente, «il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, a capo di uno stato nucleare, ordinava al suo esercito di invadere la Striscia di Gaza, dove erano già morti in pochi giorni centinaia di palestinesi, molti dei quali bambini. Il Presidente degli Usa ha appoggiato l’azione, qualificando quel ripugnante crimine come un atto di legittima difesa. Obama non appoggia Davide contro Golia, ma Golia contro Davide». Durante l’incontro dei Brics, in Brasile, Cuba ha unito la sua voce a quella dei paesi socialisti dell’America latina che hanno condannato l’aggressione israeliana. «Giovani donne e uomini del popolo di Israele – scrive ancora Fidel – saranno esposti al rischio di morire senza onore né gloria. Ignoro quale sarà la dottrina militare dei palestinesi, ma so che un combattente disposto a morire può difendere perfino le rovine di un edificio finché impugna un fucile, come hanno dimostrato gli eroici difensori di Stalingrado».

E conclude esprimendo solidarietà all’«l’eroico popolo che difende l’ultimo lembo di quella che per duemila anni è stata la sua patria».