Un datore di lavoro che si presenta in assemblea con i dipendenti e definisce «colpevoli e traditori» quelli che hanno fatto sciopero e poi invita gli altri «a scegliere il sindacato giusto». La vicenda Castelfrigo, l’impresa di macellazione carni di Castelnuovo Rangone (Modena) da mesi al centro di una durissima vertenza da parte dei lavoratori delle cooperative in appalto fallite che sono stati poi licenziati, si arricchisce ogni giorno di nuove e inquietanti pagine.

Le denunce della Flai Cgil si susseguono ed oltre al ruolo dell’azienda capostipite, della false cooperative spurie e degli appalti aggirati, emerge il ruolo della Fai Cisl, sindacato che firmando ben due accordi separati il 22 novembre e il 27 dicembre ha inciso profondamente sulla vertenza.

Analizzando le visure camerali delle cooperative che hanno a lungo lavorato per la Castelfrigo, la Flai Cgil ha scoperto le «strane coincidenze»: alcuni dei fondatori – Avdiu Gentian e Xhani Demir, entrambi albanesi – sono Rsa della Fai Cisl ed hanno sottoscritto con l’azienda entrambi gli accordi. Quello del 27 dicembre prevede la riassunzioni di 52 lavoratori, stranamente quelli che «si sono affidati» alla Fai Cisl. «Gli effetti di quell’accordo però – sottolinea Umberto Franciosi, segretario regionale della Flai Cgil – oltre ad aver discriminato chi faceva sciopero, cioè chi ha portato alla luce il livello di sfruttamento e di illegalità che si nascondono dietro questi appalti presenti nel distretto alimentare, ha intanto permesso di non applicare un accordo sottoscritto in Prefettura il 16 febbraio 2016 che prevedeva, nei casi di cambi di appalto, la riassunzione dei lavoratori con maggiore anzianità di servizio e con maggiori carichi familiari».

La battaglia sindacale si sta trasformando in battaglia giudiziaria. La Flai Cgil ha impugnato l’accordo e si prepara anche a presentare un ricorso per comportamento antisindacale contro la Castelfrigo. La Fai Cisl «tutelerà la propria immagine dalle gravi allusioni» fatte da Franciosi.

Ieri la Flai Cgil ha reso ha reso pubblico il video di oltre 20 minuti in cui Roberto Ciriesi, proprietario e amministratore unico della Castelfrifo, nell’ottobre scorso parla a tutti i dipendenti diretti e in appalto con i giudizi e consigli prima citati. La Fai Cisl ha risposto ricordando altri video del giugno scorso in cui i sindacalisti della Cgil non hanno potuto tenere un’assemblea per le proteste di alcuni dipendenti diretti della Castelfrigo al grido: «Fuori la Cgil».

La situazione attuale della vertenza è ancora molto intricata. Se 90 dipendenti diretti della Castelfrigo (tutti italiani) non hanno mai smesso di lavorare, dall’inizio di gennaio anche i 52 dell’accordo Fai Cisl sono tornati (contratto di sei mesi con un’agenzia interinale). I 75 licenziati sono ancora in presidio nel piazzale. Il tavolo della Regione Emilia Romagna dovrebbe essere riuscito a ricollocarne 30 in imprese affini. «In realtà i lavoratori realmente ricollocati finora sono solo 3 – spiega Marco Bottura, segretario Flai Cgil di Modena – . Per questo andiamo avanti a raccogliere fondi (Iban IT10F0312702404000000002141 intestato a “FLAI Emilia Romagna vertenza Castelfrigo” con causale “sostegno lavoratori cooperative Castelfrigo”) abbiamo raccolto oltre 70mila euro di cui 50mila già elargiti in buoni spesa per le famiglie dei licenziati».