Pubblicato 9 anni faEdizione del 1 novembre 2014
il peggio è al’ospedale e in prigione il peggio è al manicomio il peggio è nelle soffitte il peggio è ai dormitori pubblici il peggio è quando i poeti leggono in pubblico le loro poesie Charles Bukowski 1. Siccome non avevo nulla da fare a fine settimana dopo l’inferno dei primi cinque giorni, come un uccello notturno, siccome stavo solo con me stesso dopo i primi cinque giorni di moltitudini non volute, siccome da tempo sono merce l’intero mese e anche l’anno intero... sono andato alla «poesia» l’istituto nuovo che cambia la vita, l’ascolto e il prurito dei sensi, mio dopolavoro, amore mio 2. castel, castelporziano, castel... castelporziano, castelputtano, castelparziale, castelpontificale. Nessuno che abbia detto che a 3 chilometri di qui mille giorni fa pierpaolo cadeva dalla poesia nella brace sconfitto dai personaggi, l’unico lui capace di essere massacro di se stesso, di cominciare e finirsi fuori della scrittura. Castel, castelporziano, castel... castelpisello, castelpagano castelprofano, castelpagato 3. delle scarpe di castel vi voglio raccontare perché una cosa è certa il comune non è la comune di roma, e di roma, la comune, non è il comune. Ai primi di marzo nel tempo indeciso e non ordinato qualcuno ha preso in mano i fogli sparsi e sereni ..«è mia, la poesia è mia»... ha preteso danaro, sonetto per sé e la gestione, endecasillabo per sé, ma delle scarpe di castel vi voglio dire, senza scarpe perché nasca una città internazionale di manichini. 4. Indovinate qual è l’articolo cuore di panna, quello che abbiamo smesso di rubare, di prima necessità come sperma è «America...America...!»; ehi! ragazzo, hai bisogno di qualche bisogno, ti manca di vivere, disoccupato, ti viene meno energia nel cervello, c’è «America, America...», qui il pieno costa meno; gran raffinato poeta raffineria sporca profeta, vuoi essere prima donna poi uomo e viceversa, insomma non vuoi, ma dai! Oh riappropianti con la lunga pippa della riappropriazione oh transeunti con quella più sottile della transizione e gli amanti degli uccelli rapaci estinti con la pippa dell’amore, indovinate la tecnologia pelosa che la luce chiudendo gli occhi li forma gli occhi finalmente: è «America...America» e tutt’al più la bandera roja che straccio doveva tornare è resa ministero! .... ma non erano rimasti da punire i genitori così poco mai amati?! Hai trovato l’America, eh! 5. la poesia si tramuta da primo teatro per uno sbarco che parta da terraferma ed assalti all’incontrario il mare. Il banco di frutta e verdura di Omero con 3 chili di pomodori arrivati sul palco e i torsoli di mele per succhi di frutta, che nulla si sprechi, e il puzzolente e dolciastro melone che ha infilato di netto il più allampanato versificatore e le 102 cocce di rosso passato e il futuro cocomero. La clinica ospedaliera di Dante, dove si ricovera traumatizzato il primo lettore minacciato di tanti proiettili in bocca la ragazza geraldina colpita da una bottiglietta lanciata per amore, dall’alto del palco, alla testa, con sangue, quella che troppo ha fumato per non essere sola troppo, e i lividi dei contusi dell’ultimo crollo preparato, come la sabbia preparata per scrivere a lungo. Nessuna proposta per un Centro Stampa falsari di biglietti da mille e diecimila mani di dolce filigrana da stringere fra tutti noi. Castel, castelporziano, castel... castelpoppatoio, castelpadrone, castelpistola, castelpuzzone. 6. Se sia più nudo il nudo con il sesso pendente a pennoloni o più spogliato il vestito che ha le incertezze delle arterie venose e del cervelletto ansioso tagliate nella piega dei pantaloni e sbottonate al terzo bottone della camicia, se sia più nudo il pubblico a cui è stato dato passivo «qui si legge la poesia!» o la scrittura che non ha chiesto chi è letto chi è scritto la scritturalettura, ma è stato il pubblico un operaio amministrato in produzione stavolta. 7. Castel, castelporziano, castel... castelpagina, castelprofumo, castelpenna, castelprosciutto. A milano ho trovato fortini con una telefonata come una freccia avvelenata, stamattina qualcuno piangendo per sé ha pietato pasolini scoprendoci dentro una fine comune, prendendo il caffè con michael shane il giovanotto carlo bordini ho in quel momento inghiottito il vizio di renzo di tenersi i delfini, in questo sento ha rubato intenzioni /e per me poverino che resta/ intenzioni di versi per sé, giacché da me pretende lolini e insiste, il compagno lolini; ma rifiuto anche qui le ormai impossibili professioni, e per l’intera settimana scopro la follia che stuzzica la strategia la poesia del compagno marini. I poeti finiscono in ini chissàperché direbbe chi aggiunge verso su verso, io dico finiscono quando decidono di morire generazione dissipata e muoio quando finiscono in vita e in morte piccolini, piccolini... 8. volteggia l’aereo del male manda frammenti dei piccoli prìncipi che non vogliono accorgersi del... della fine già fatta, mitraglia e bombarda a tappeto la luna di spiaggia «carella e cordelli che tanto hanno fatto per essere sordelli ricordano solo le lame più sghembe di finti coltelli»