Quando Edward Snowden decide di passare al Guardian di Londra informazioni di cui è venuto a conoscenza durante il suo lavoro nell’intelligence statunitense – da agente Cia sotto copertura diplomatica a Ginevra nel 2007 e quind in varie posizioni come contrattista esterno nella National Security Agency dal 2009 – le sue rivelazioni relative al sistema Prism e al gigantesco lavoro di spionaggio interno ed esterno svolto dalla Nsa riaccendono le polveri di uno scontro mai sopito tra poteri dei governi e diritti dei cittadini.
Tra le rivelazioni di Snowden, Prism – capace di scandagliare miliardi di eventi comunicativi tratti da speciali ambiti informatici messi a disposizione dai maggiori fornitori di servizi internet – è solo l’ultimo sistema con cui la Nsa ha proceduto a «vedere» e immagazzinare indiscriminatamente un’enorme massa di dati relativi alla vita dei cittadini, in vioalzione della Costituzione statunitense, ma in ottemperanza dell’incostituzionale Patriot Act e della sua sezione 251, approvato dal Congresso statunitense pochi giorni dopo l’11 Settembre 2001 e riapprovato poi più volte da maggioranze bulgare. Insieme ad altri elementi legislativi, la Nsa veniva infatti «segretamente» autorizzata dal Patriot Act e dall’amministrazione Bush a raccogliere informazioni sui cittadini statunitensi senza che fosse necessario giustificarne il merito (ovvero senza alcuna relazione con inchieste di polizia o giudiziarie).

Snowden, tuttavia, è solo l’ultimo in una catena di membri dell’intelligence Usa che in vari periodi ritennero giusto rivelare le pratiche incostituzionali ed illegali degli esecutivi – a cominciare da Daniel Ellsberg, che nel 1971 passò al New York Times un rapporto segreto sulla guerra in Viet Nam, redatto nel 1967 e rivelatore della montagna di menzogne raccontate al pubblico e al Congresso dall presidente Johnson.
Strettamente connesse al caso Snowden sono poi le rivelazioni che vennero fatte, a cominciare dal 2002, da quattro veterani della Nsa, Thomas Drake, William Binney, J. Kirk Wiebe. A loro si deve sia la conoscenza dei giganteschi sprechi ed errori che i dirigenti della Nsa e le grandi corporation che lavoravano per loro commisero nel 2001 adottando il multimiliardario e fallimentare sistema di scandaglio chiamato Trailblazer invece che ThinThread, il sistema molto più efficace ed economico inventato da Looomey, ingegnere software, e Binney, matematico e criptologo; sia la conoscenza che dal 2001 i sistemi come Thin Thread cominciarono a rivolgersi indiscriminatamente alle comunicazioni interne, con la piena approvazione di Bush ed Obama. Il sistema usato dalla Nsa «è migliore di qualsiasi altro strumento che il Kgb, la Stasi, o la Gestapo e le SS abbiano mai avuto» ha dichiarato Benney a The Nation nell’aprile di quest’anno. È infatti proprio il carattere indiscriminato di questi sistemi – e il gigantesco apparato di sorveglianza che essi implicano insieme alla creazione di un nesso di ferro tra compagnie private e agenzie di intelligence per la gestione ed uso di dati personali di intere popolazioni – a rivelare la loro origine totalitaria.

«Abbiamo finalmente la possibilitá di dimostrare ciò che siamo capaci di fare». L’avvocato Karl Koch, consulente per i contratti governativi, così scrive il 26 maggio 1933 dalla Germania al presidente della International Business Machine Corporation (Ibm), Thomas J. Watson, annunciandogli di aver finalizzato un contratto per 1.35 milioni di marchi con l’Ufficio Statistico del Reich. Il 12 aprile del 1933, poco dopo aver vinto le elezioni, la dirigenza del partito nazista aveva infatti annunciato la decisione di condurre al più presto un nuovo censimento dei circa 41 milioni di tedeschi che vivevano in Prussia. La Deutsche Hollerith Maschinen Gesellschaft (Dehomag) – sussidiaria della Ibm dal 1922, che dal 1910 aveva la licenza di fabbricazione dei tabulatori elettromeccanici a schede perforate per la codifica dei quesiti e delle risposte censuali inventati da un giovane ingegnere statunitense di origine tedesca, Herman Hollerith, e usate nei censimenti Usa dal 1890 – aveva proposto infatti al governo di gestire tutte le operazioni censuali e aveva vinto la commessa (si legga lo straordinario libro di Edwin Black, IBM and the Holocaust, 2001).

Le macchine di Hollerith avevano permesso di passare dalle poche domande dei censimenti precedenti a porre e tabulare gli esiti di 235 quesiti differenti e, cosa molto importante, di incrociarne le risposte, ottenendo i «profili» demografici atti a rispondere a quesiti politico-economici. La Dehomag fornì ai nazisti non solo le macchine ma anche la formazione del personale del censimento e la tipologia di schede con i quesiti voluti dalle gerarchie naziste. Saranno proprio le tipologie di domande e le rapidissime tabulazioni delle risposte a fornire una delle basi piu efficaci con cui verranno costruite le «mappe» geo-demografiche che permetteranno di individuare famiglie e gruppi di origne ebrea ben al di lá di quanto era noto ai precedenti censimenti. Che uso venne fatto di quei profili e delle liste che vi si costruirono attorno è tragicamente noto, insieme al fatto che le macchine della Dehomag/IBM gestivano flussi e operazioni logistiche dei campi di sterminio in cui erano installate.

Meno noto è l’uso che delle informazioni raccolte «in tempo reale» (per allora) fecero i nazisti per altre politiche, da quelle «eugenetiche» che portarono alla sterilizzazione o all’eliminazione di migliaia di individui ritenuti «difettosi» o pericolosi per la societá, a quelle di discriminazione economica e politica, nate dall’individuazione di gruppi linguistico-culturali da emarginare ed espellere, se non da eliminare. Quando si arriva alla tecnologia di Prism o di ThinThread si è fatto un gigantesco balzo in avanti, ma la logica rimane la stessa.