«Il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) c’è ed è favorevole»: sono le prime indiscrezioni che si apprendono da fonti interne alla procura della Repubblica di Cagliari sull’inchiesta per epidemia colposa aperta dopo la trasmissione Report sull’ordinanza del governatore sardo-leghista Christian Solinas che l’11 agosto diede il via libera alla riapertura delle discoteche in Sardegna, con il conseguente incremento di contagi da Covid-19.

DOPO IL BLITZ del giorno prima negli uffici della regione Sardegna, con il quale la polizia giudiziaria ha acquisito tutti i documenti del caso, emergerebbe che l’ordinanza di Solinas sarebbe stata emanata dopo una mail di via libera di uno degli esperti del Cts che, però, avrebbe parlato anche a nome degli altri. Per il momento sono soltanto indiscrezioni e resta comunque da chiarire come mai il parere del Cts, che ora sembrerebbe essere stato accertato, non sia mai stato reso noto, nonostante le sollecitazioni ufficiali delle opposizioni con tanto di richiesta di accesso agli atti. È presto dunque per dire che l’inchiesta è avviata all’archiviazione. Il lavoro dei magistrati prosegue.

Sono due, forse tre, le persone informate sui fatti che verranno sentite nei prossimi giorni dal pool guidato dal procuratore aggiunto Paolo De Angelis. Si tratta dei consiglieri regionali della maggioranza di centrodestra che lunedì scorso a Report, il programma di Raitre, hanno ipotizzato pressioni da parte dei gestori delle discoteche per non farle chiudere. E intanto altri magistrati si stanno muovendo.

LA PROCURA della Repubblica di Tempio – competente per il territorio della Gallura, dove si concentra il grosso delle discoteche attive in estate in Sardegna – ha aperto un’indagine per capire se sia possibile accertare un nesso di causalità tra apertura delle discoteche decisa da Solinas e diffusione dell’epidemia da Covid-19 in Sardegna. È proprio dal fronte giudiziario gallurese che, nei prossimi giorni, potrebbero arrivare le novità più importanti.

SUL FRONTE POLITICO, invece, ieri mattina in consiglio regionale tutta la minoranza (Partito democratico, Leu, Progressisti e M5S), eccetto l’unico consigliere di Italia Viva e uno dei consiglieri grillini, ha presentato la mozione di sfiducia annunciata l’altro ieri nei confronti di Solinas. Mozione che, a termini di regolamento, dovrà essere discussa e votata entro quindici giorni. Si registra poi uno scambio di battute polemiche tra Solinas e Massimo Zedda, leader dei Progressisti, ex sindaco di Cagliari e candidato del centrosinistra nelle elezioni regionali vinte dal centrodestra. «Il presidente della Regione – dice Zedda – ascolta poco e non capisce quello che gli si dice. Oppure, come di suo solito, cerca di spostare l’attenzione dalle domande alle quali non risponde da mesi».

COSÌ ZEDDA REPLICA a Solinas, che in un’intervista rilasciata a Repubblica sostiene che ad agosto è stato soprattutto un intervento del leader dei Progressisti a convincerlo a riaprire le discoteche. «La realtà – dice Zedda – è un’altra: ad agosto siamo intervenuti per sollecitare il coinvolgimento di prefetti, questori e forze dell’ordine per effettuare maggiori controlli, in quella fase indispensabili. Lo indicavano come priorità anche tutti i sindaci della Sardegna. E in aggiunta abbiamo chiesto che ogni decisione fosse supportata da un parere del Comitato tecnico scientifico». E ancora: «Ora Solinas deve chiarire se i fatti gravi e inequivocabili raccontati da esponenti della sua maggioranza corrispondano al vero, perché non è possibile gestire i gravi problemi generati da una pandemia mondiale senza la minima trasparenza».

«La verità – conclude Zedda – è che il presidente Solinas non ha mai avuto il controllo della situazione, non soltanto nel caso delle discoteche, ma su tutta la gestione della Sanità. E continua a non rispondere sulla situazione disastrosa che affrontano le cittadine e i cittadini sardi, sul numero di malati e dei morti che cresce, su coloro che cercano il vaccino antinfluenzale e non lo trovano, sulle persone chiuse in casa da settimane in attesa di tampone, sulle difficoltà del personale sanitario negli ospedali».