«Abbiamo valutato la possibilità di portare avanti il progetto Ita, ed espresso la volontà di confermare un vettore nazionale del trasporto aereo». In altre parole per Alitalia il governo Draghi seguirà la strada dello «Stato imprenditore», imboccata dal precedente esecutivo Conte. La nota congiunta dei ministri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e trasporti, Giancarlo Giorgetti ed Enrico Giovannini che si sono trovati al Mise per affrontare il dossier Alitalia insieme al capo di gabinetto del Mef, Giuseppe Chinè, e del direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, riserva poi una obbligatoria puntualizzazione: «La procedura presuppone il coinvolgimento del Parlamento, che dovrà esprimersi sul piano industriale di Ita, e della Commissione europea, alla quale saranno presentate proposte per la risoluzione delle questioni ancora aperte».

Su quest’ultimo, decisivo aspetto dell’affaire Alitalia, è stata fissata la prossima settimana una riunione fra Giorgetti, Giovannini e il titolare del Mef, Daniele Franco, con la commissaria europea Margrethe Vestager. L’occasione per cercare di smussare l’attuale posizione della responsabile Ue alla concorrenza, che ha chiesto lo svolgimento di un’asta europea per gli asset di Alitalia, provando a sbarrare la strada alla trattativa privata per il passaggio alla newco Ita di uomini e beni della compagnia aerea. E indirizzando di fatto verso quello “spezzatino», fra i tre settori aviation, handling e manutenzione, che i lavoratori, i loro sindacati e lo stesso Parlamento hanno già bocciato.

Un’altra buona notizia per gli 11mila addetti diretti dell’ex compagnia di bandiera, da quattro anni in amministrazione straordinaria e con la casse quasi vuote, è poi arrivata dall’Inps, che continuerà a erogare le indennità integrative cig a lavoratori e lavoratrici Alitalia, «in attesa che siano completati gli approfondimenti con l’azienda». Il tema era delicato. Filt Fit Uilt e Ugl non avevano mancato nei giorni scorsi di puntare l’indice contro l’Istituto di previdenza, reo a loro dire di star bloccando «per cavilli burocratici» i pagamenti dell’integrazione alla cig straordinaria, non certo anticipabili da una compagnia che perde fra i 40 e i 50 milioni al mese.

La retromarcia è stata spiegata così: «L’Inps ha considerato la situazione di prolungata emergenza economica e delle particolari condizioni del settore del trasporto aereo, in particolare di Alitalia. L’Istituto, d’intesa con il ministero del Lavoro, ha valutato opportuno continuare ad erogare le indennità integrative al personale di Alitalia, sulla base delle retribuzioni dichiarate dall’azienda per la mensilità di novembre 2020, prima mensilità del nuovo intervento deliberato dal Fondo di solidarietà del Trasporto aereo».

In definitiva qualcosa si è mosso, all’indomani della manifestazione sindacale davanti alla Camera, con la richiesta di un intervento urgente da parte dell’esecutivo per il trasporto aereo, tra i settori più colpiti dalla pandemia. Filt Fit e Uilt hanno proposto l’apertura dello stato di crisi del settore, e l’istituzione di un tavolo di coordinamento fra i quattro ministeri competenti, Sviluppo economico, Trasporti, Lavoro ed Economia. Fra le richieste sindacali anche quella di autorizzare la tranche di ristori da 77 milioni complessivi (di cui 55 per la sola Alitalia), per dare liquidità e consentire di pagare gli stipendi con regolarità. Nell’occasione i rappresentanti dei lavoratori hanno poi denunciato “la discriminazione nei nostri confronti, visto che Air France ha ricevuto 7 miliardi e Lufthansa 9 miliardi». In teoria prestiti, erogati dai governi francese e tedesco nel tentativo di risollevare i conti di compagnie su cui il Covid 19 si è abbattuto come una piaga biblica.

Ben lo sanno gli addetti di Air Italy (1.450 persone senza posto di lavoro, con una cig da rinnovare e una prospettiva industriale da trovare), Norwegian (300 licenziati da un giorno all’altro), Ernst, Blue Panorama, e ancora tutti i lavoratori che garantiscono i servizi a terra: nell’handling, nel catering, nelle gestioni aeroportuali e nel resto dell’indotto. Nel complesso il trasporto aereo in Italia conta circa 50mila addetti. Quasi tutti in cig.