Nessun commento ufficiale, ma Bruxelles esaminerà con attenzione la vendita dell’Agenzia Agi dall’Eni al deputato della Lega Antonio Angelucci alla luce del «Media freedom Act», il nuovo regolamento a tutela della libertà dei media e del pluralismo. A dirlo è stato ieri un portavoce della Commissione Ue rispondendo alle domande dei giornalisti sulla cessione dell’agenzia di stampa all’imprenditore già editore dei quotidiani «Libero», «Il Giornale» e «Il Tempo».

«Dovremo esaminare il caso specifico», ha detto il portavoce. «Posso solo ricordare in termini generali che, naturalmente, nel contesto del rapporto sullo stato di diritto (redatto ogni anno dalla Commissione, ndr) guardiamo agli sviluppi in tutti i nostri stati membri».

Il timore è quello che si creino pericolose concentrazioni editoriali. Una preoccupazione che in Italia appare chiaramente nelle dichiarazioni di diversi esponenti dell’opposizione. La pensa così, ad esempio, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, per il quale la vendita rappresenta «una minaccia diretta alla pluralità e all’indipendenza della seconda agenzia di stampa del Paese». «Questo episodio – ha proseguito Bonelli – sottolinea la necessità di una normativa che affronti il conflitto d’interesse in Italia: l’eventuale acquisizione dell’Agi da parte del Gruppo Angelucci, infatti, accende un faro sulla tendenza allarmante delle attuali forze di governo a controllare in maniera sempre più marcata l’informazione nel nostro Paese. Ora più che mai, si rende indispensabile l’applicazione del recente ‘European media freedom act’, a garanzia dell’autonomia del giornalismo, pilastro fondamentale della nostra democrazia».

Il Pd ritiene necessario «fare luce al più presto sulla vicenda» e per questo ha presentato al Senato un’interrogazione alla presidente del consiglio. Per il presidente dei senatori dem Francesco Boccia, la vendita dell’Agi tocca anche la questione dei contributi pubblici all’editoria. «E’ evidente – ha infatti spiegato Boccia – che nei prossimi mesi il governo sarà chiamato a inevitabili interventi di revisione della spesa pubblica. Uno dei settori in cui si può effettuare una razionalizzazione delle spese è sicuramente quello dei contributi all’editoria».
Dei rischi di un possibile conflitto di interessi parla anche il leader di Sinistra italiana e deputato di Avs Nicola Fratoianni: «Da giorni si parla della cessione della seconda agenzia di stampa del paese a un parlamentare della maggioranza di destra che è già proprietario di un gruppo editoriale molto schierato politicamente. Un’operazione che rischia di mettere pesantemente in discussione l’indipendenza di questa agenzia di stampa e che occorre contrastare: non siamo e e on dobbiamo diventare  l’Ungheria di Orban».