Il caso Petrocelli si avvia alle battute finali. Dopo che la giunta per il regolamento del senato aveva approvato all’unanimità il parere che sosteneva la necessità del «rinnovo» della commissione esteri del Senato, la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha accolto la richiesta: entro il 13 maggio ogni gruppo dovrà designare i nuovi componenti. La decisione arriva dopo che venti membri su ventidue si erano dimessi: tutti tranne l’ex 5 Stelle Emanuele Dessì e lo stesso Petrocelli, espulso dal M5S dopo aver votato contro la maggioranza sull’invio di armi all’Ucraina e aver diffuso via social la Z putiniana accostandola al 25 aprile.

Casellati prendere atto del «reset» e stabilisce che si proceda come se ci trovassimo alla fine del primo biennio della legislatura, quando appunto le commissioni vengono rinnovate i loro componenti devono essere confermati. La giunta ha voluto evitare in tutti i modi di creare un precedente, dunque nel suo parere ha evitato di stabilire una proporzione precisa tra il numero di membri dimessi e lo scioglimento di un organismo parlamentare: per questo si è limitata a fotografare il numero dei commissari dimessi: 20 su 22.

Petrocelli parla di «vendetta politica» nei suoi confronti da parte di Partito democratico e Italia viva, quelli che definisce «i due partiti più guerrafondai del Parlamento». Dall’altro lato lo accusano di essere «attaccato alla poltrona». Lui rinfaccia al Movimento 5 Stelle di aver cambiato linea rispetto agli anni passati e fa sapere di voler attendere il consulto col suo legale prima di decidere se presentare ricorso alla Corte costituzionale.

A proposito di ricorsi: ieri si è saputo che la prima udienza sul nuovo ricorso presentato da un gruppo di attivisti contro il rinnovo delle modifiche statutarie del M5S e la conferma di Giuseppe Conte come presidente è fissata per il prossimo 17 maggio. Intanto, Giuseppe Conte ha visto Enrico Letta. Al termine dell’incontro, gli staff dei due leader di M5S e Pd hanno diffuso lo stesso comunicato, nel quale si registra «il rapporto cordiale» tra i due ma si confermano anche le «posizioni non pienamente convergenti» delle ultime settimane. Soprattutto su guerra in Ucraina e legge proporzionale, a quanto trapela. Il dialogo continua, tuttavia, con «intenzione e determinazione», anche in vista delle prossime elezioni amministrative.