Si è riaperta la trattativa tra la Casa internazionale delle Donne di Roma e il Comune. La notizia è stata resa nota ieri tramite un comunicato stampa con cui l’Assemblea della Casa, svoltasi lunedì 17 maggio, considera questo della riapertura «un risultato importante, fortemente voluto e promosso dalla mobilitazione nostra, delle donne, dei luoghi autogestiti e dell’associazionismo anche a livello nazionale». E molti sono stati in questi mesi, e anni, gli atti di solidarietà e sostegno pubblico che la Casa internazionale ha ricevuto in termini politici.

DUE MESI FA in piazza del Campidoglio Maura Cossutta, presidente della Casa, insieme ad altre attiviste, domandava alla sindaca Virginia Raggi di ripristinare la convenzione revocata nel luglio del 2018 e sintetizzava le trattative intrattenute con il Comune. In quella mattina dell’11 marzo il Parlamento aveva già approvato, in ottobre, le «misure urgenti» per la tutela del Consorzio, riconoscendo l’autonomia, il valore sociale e politico della Casa e considerando, all’interno della Legge di Bilancio, l’attribuzione del comodato d’uso gratuito ai luoghi delle donne.
La novità è che adesso, nella Memoria di giunta datata 30 aprile 2021, si assume quel voto del Parlamento e la relativa assegnazione di 900mila euro riconosciuti alla Casa per l’estinzione del debito pregresso con il Comune. Firmata dalle assessore Valentina Vivarelli, Veronica Mammì e Lorenza Fruci (incontrate sia il 22 di marzo che il 10 di maggio) nel documento del 30 di aprile non si dà adito a riassegnazioni di immobili del patrimonio indisponibile (come accadeva nella Memoria precedente del 9 marzo) ma si individua la specificità della Casa, rilevata «l’importanza di rivalutare e valorizzare i progetti per le donne e la parità di genere» e dunque verificare i requisiti per concedere il comodato d’uso gratuito e «la chiusura transattiva dei contenziosi in essere».

DUE I PUNTI che le donne di via della Lungara hanno esigenza di chiudere, ribaditi con determinazione dalla stessa Maura Cossutta: la consegna dei 900mila euro al Comune e, mentre si lavora alla nuova convenzione, poter avere un atto amministrativo transitorio che sollevi dalla illegittimità e dia il comodato gratuito. Il secondo punto verte proprio sulla convenzione ma è più politico, cioè ha a che vedere con la presa d’atto che la Casa internazionale delle donne di Roma sia luogo femminista imprescindibile, come ha mostrato anche in questo ultimo anno di pandemia, restando snodo importante di iniziative e spazio di contrasto alle diseguaglianze e alla violenza. Abbiamo bisogno più che mani di fare arretrare l’aggressione di questo presente, mettere in circolo la libertà femminile è un ottimo antidoto.