«In questa tre giorni volevamo restituire i doni che abbiamo ricevuto in questi anni. Lo facciamo creando un livello orizzontale, non necessariamente accademico». Con queste parole Giorgina Pi, regista del gruppo teatrale Bluemotion, presenta la rassegna di incontri e performance «Caryl Churchill Remix», a cura di Paola Bono e dell’Angelo Mai di Roma che ne ospita gli appuntamenti da oggi fino al 3 aprile. Un’occasione per condividere con il pubblico un percorso fatto di studio, messe in scene, traduzioni dei testi di Churchill che viene da lontano, «dalla fine degli anni Novanta, quando all’università ho incontrato Paola Bono» racconta Giorgina. Furono loro a dare vita al progetto «Non Normale Non Rassicurante», «per colmare questo scandaloso vuoto, la mancanza di testi tradotti in italiano di una straordinaria autrice, famosa in tutto il mondo e nodale per la capacità di tenere insieme alta scrittura teatrale, performance attoriale e femminismo».

INIZIÒ quindi la traduzione e pubblicazione delle opere, curata da Paola Bono, presso la casa editrice Editoria&Spettacolo; un lavoro costante nel tempo che arriva fino ad oggi, con l’uscita di Teatro VII presentato in questi giorni. D’altronde Churchill, 83 anni, non sembra avere alcuna intenzione di smettere di regalarci lampi della sua scrittura radicale e immaginifica.
Da allora Giorgina Pi ha messo più volte in scena Churchill, a partire dallo straniante Caffettiera blu. Non è stata la sola però, infatti la compagnia lacasadargilla ha a sua volta preso parte al progetto portando sul palcoscenico lo scorso anno lo spietato dramma familiare L’amore del cuore. La regista Lisa Ferlazzo Natoli insiste sull’importanza degli spazi per quest’opera collettiva in divenire: «I luoghi non sono neutri: il lavorio dei testi, il pensiero, lo studio avviene in certi posti e non in altri. L’Angelo Mai ci toglie dalla posizione muscolare di dover far bene, è un crocicchio di prospettive diverse e tutto è nato là. Credo che Churchill ne sia felice perché il suo pensiero è politico, e allo stesso tempo costruisce mirabolanti dispositivi linguistici e straordinari personaggi».
La tre giorni verrà dunque inaugurata oggi alle ore 16 con la prima di tre tavole rotonde che indagheranno alcuni dei temi pulsanti dell’opera della drammaturga inglese: «Il materialismo fantastico di Caryl Churchill», coordinata da Riccardo Duranti e con interventi di Sara Soncini e Marina Vitale. Se non c’è infatti alcun afflato alla trascendenza nei testi dell’autrice, questo non significa che non ci sia incantamento. Al contrario, la materia di Churchill è popolata di esseri soprannaturali, che insieme all’utilizzo della parola fuori dalle abituali regole può creare degli squarci nelle strutture gerarchiche, nei meccanismi oliati dello sfruttamento e dell’oppressione famigliare. In continuità con queste riflessioni, sabato il tema da approfondire sarà invece «Vulnerabilità: della natura, della vecchiaia, dell’infanzia», discussione coordinata da Laura Caretti con interventi di Maria Laura Bergamaschi e Maria Cristina Cavecchi; domenica si guarderà invece al femminismo dell’autrice inglese con «Identità, sesso/genere/sessualità, potere e violenza», coordinata da Alessandra Pigliaru con interventi di Marco Ghelardi e Sara De Simone.
Agli incontri seguiranno delle letture che lasceranno il posto a momenti assembleari, liberi confronti collettivi senza schemi prefissati.

Una scena da “Settimo cielo”, allestimento 1995

LA SERA sarà poi la volta delle restituzioni più prettamente performative, sabato ci sarà un ascolto del radiodramma Non non non non non abbastanza ossigeno, diretto da Giorgina Pi con Marco Cavalcoli, Sylvia De Fanti, Silvio Impegnoso mentre domenica verrà proposto uno studio inedito del testo Splende la luce nel Buckinghamshire, ad opera di lacasadargilla. «È un testo che il mondo anglosassone maneggia perfettamente, per noi è più complesso e per questo abbiamo redatto con Paola Bono un quadro storico introduttivo. La scena è quella della rivoluzione fallita, della restaurazione cromwelliana, quando ai diritti ottenuti in parlamento corrispose tuttavia l’instaurarsi del capitalismo» racconta la regista Lisa Ferlazzo Natoli.

QUESTI tre giorni saranno quindi un’occasione unica per scoprire un’opera ancora non abbastanza nota in Italia. Secondo Giorgina Pi, non è un caso: «È un teatro senza ruoli da star e molto al femminile, questioni spinose da noi. C’è poi la questione eminentemente politica: Churchill usa un linguaggio difficile, strettamente teatrale, con lo scopo di veicolare significati politici forti attraverso metafore poetiche. Questa complessità è un ostacolo nel nostro teatro». Retaggi ancora potenti che la vitalità della parola di Churchill continua a sfidare con orgoglio.