C’è una relazione strettissima tra la parola, la dimensione performativa e la fotografia nel racconto dell’«invisibilità tangibile» alla base del linguaggio artistico di Carrie Mae Weems (Portland, Oregon 1953, vive e lavora a Syracuse, New York) che spazia dalla fotografia al video, dall’installazione al film. «Questa invisibilità, la cancellazione dalla complessa storia della nostra vita e del nostro tempo, è la più grande fonte della mia brama», afferma l’artista. A QUESTA STRAORDINARIA esploratrice delle tematiche «sommerse» dell’identità culturale, razziale e di genere connesse soprattutto con la rappresentazione del corpo nero femminile nella decostruzione di una visione occidentale, dei meccanismi di...