Si fa pubblicità chiamando «eroi» i suoi lavoratori, lancia la «spesa sospesa» e il «blocco dei prezzi». Ma intanto il gigante francese Carrefour, con incassi alle stelle Italia, decide di mettere in cassa integrazione ben 4,472 lavoratori, più del 20 per cento dei circa 20mila dipendenti italiani. La catena che ha portato in Italia le aperture H24 sfruttando i contratti precari continua a fare da apripista in negativo al settore della Grande distribuzione.
L’azienda motiva la decisione «per fare fronte alla situazione di crisi causata dall’emergenza coronavirus» quando tutti sanno che la Gdo è invece l’unico settore a non aver mai chiuso ed anzi ad aver incrementato vendite e consegna a domicilio. In modo ancora più vergognoso Carrefour usa le limitazioni alle aperture domenicali chieste proprio dagli stessi lavoratori sottoposti in questi mesi al rischio di contagio e ad un sovraccarico di lavoro. L’attivazione, spiega il gruppo, «si rende necessaria in ragione delle misure restrittive adottate dalle autorità competenti per contrastare l’emergenza epidemiologica: in particolare le chiusure dei centri commerciali, la riduzione degli orari di apertura e le chiusure domenicali e festive, i vincoli sulla vendita di articoli non food e sulla mobilità delle persone tra diversi comuni, hanno avuto e continuano ad avere effetti negativi sull’andamento economico di alcuni ipermercati».
La procedura di cassa integrazione in deroga riguarda i dipendenti di 26 ipermercati in Italia. L’impatto della riduzione oraria per i lavoratori coinvolti sarà in media di 1 o 2 giorni alla settimana ed è prevista l’attivazione della Cigd per un periodo massimo di 9 settimane o 13 settimane a seconda delle aree geografiche, che potrà essere ridotto qualora si modifichino le condizioni di contesto.
In totale ipocrisia, l’azienda si mostra anche ben disposta nei confronti dei sindacati. Prevede di incontrarsi con le organizzazioni sindacali nei prossimi giorni, «con l’obiettivo di arrivare a un accordo che tuteli al massimo i lavoratori coinvolti, andando a minimizzare l’impatto a livello salariale: in particolare l’azienda ha già dichiarato la propria disponibilità a un’integrazione della Cassa integrazie in deroga e anche ad anticipare ratei della tredicesima e della quattordicesima mensilità, al fine di garantire una sostanziale equivalenza salariale ai collaboratori coinvolti». «Carrefour fino dall’inizio della crisi – veiene evidenziato in conclusione – ha dimostrato di essere vicina ai propri collaboratori in prima linea, e vuole continuare a fare la propria parte anche in questa fase di mercato difficile per il formato ipermercati. A conferma di ciò, il ricorso a questa misura è arrivato successivamente rispetto ad altre insegne del settore».