Piero Gilardi nel suo studio, Torino 1967

Uno degli artisti italiani emersi negli anni sessanta capaci di precorrere temi oggi attuali quali l’ecologia e la sostenibilità è senz’altro Piero Gilardi, che fino al 9 gennaio 2023 è omaggiato dall’importante mostra personale Gilardi: Tappeto-Natura presso Magazzino Italian Art Foundation, il museo e centro di ricerca a Cold Spring (NY) dedicato alla promozione dell’arte italiana del secondo dopoguerra e contemporanea. Curata da Elena Re e con il supporto dell’Ambasciata d’Italia a Washington D.C., e di Mariangela Zappia, prima donna Ambasciatore d’Italia negli USA, la mostra presenta per la prima volta negli Stati Uniti un ampio nucleo di Tappeti-Natura ripercorrendo la genesi e gli sviluppi di questo fondamentale ciclo di opere dell’artista.
Nato a Torino nel 1942, dove ancora oggi vive e lavora, Gilardi intraprende il suo percorso nell’arte interrogandosi sulla possibilità di produrre «oggetti artistici nello spazio del vissuto», come egli spiega nel 1973 in un’intervista a Mirella Bandini. Nel 1964 sperimenta la schiuma di poliuretano per poi realizzare, l’anno dopo, le prime opere in poliuretano espanso, denominandole Tappeti-Natura, che espone alla Galleria Sperone nel maggio 1966.
I Tappeti-Natura, a cui è dedicata la mostra, sono oggetti in resina poliuretanica espansa che riproducono, in scala reale e nei minimi dettagli, habitat naturali, come se fossero carotaggi di un orto, di un campo di fiori, di un greto di fiume, di un fondale marino. Di dimensioni e forme tra loro differenti, sono pensati da Gilardi senza cornice, acquistabili a metro come la stoffa, collocabili non solo a parete ma anche a terra, calpestabili, toccabili e, nella declinazione dei Vestiti-Natura, persino indossabili. Attraverso l’intaglio, il poliuretano espanso assume, di volta in volta, una specifica forma per poi essere impregnato di pigmento sintetico, il quale, nelle prime sperimentazioni, è sciolto in resina vinilica, mentre in seguito è sciolto in lattice di gomma.
I Tappeti-Natura rendono esplicito l’interesse di Gilardi per la relazione tra arte e vita, e forniscono una originale risposta all’analoga riflessione sviluppata in quegli stessi anni da numerosi altri giovani artisti italiani e stranieri. Nati dalla visione di un mucchio di rifiuti abbandonati lungo il greto del torrente Sangone, nei pressi di Torino, i Tappeti-Natura sono opere dal senso duplice in quanto vivono nella dialettica fra naturale e artificiale, esprimendo sia il sogno di una natura ideale, incontaminata, in contrasto con il boom industriale degli anni sessanta, sia una altrettanto forte fiducia nella capacità delle tecnoscienze di migliorare la nostra vita. Nel 1963, tra l’altro, a vincere il Premio Nobel per la chimica è proprio un italiano, Giulio Natta, le cui ricerche portano alla realizzazione di nuovi e innovativi materiali impiegati nell’industria più avanzata. Lo stesso poliuretano espanso è un materiale del tutto nuovo che Gilardi decide di utilizzare per ricostruire frammenti di natura artificiale, fruibili dal corpo umano come se fossero frammenti di natura reale da vivere nell’ambiente ‘domestico’ di una casa o di una galleria.
Per celebrare l’ottantesimo compleanno dell’artista, Magazzino Italian Art Foundation realizza il suo sogno, espresso nel testo di presentazione dei Tappeti-Natura da Sperone nel 1966: «Spero di poter riunire, un giorno, tutti i tappeti che sto realizzando in un luogo largo e piano, racchiuso da una cupola informe e opalescente: in quell’ambiente rarefatto l’immagine di ogni tappeto comincerà a dilatarsi e deformarsi secondo un ritmo organico incomprensibile ma accettabile». Quell’ambiente da Gilardi sognato diventa ora realtà: insieme ad alcune delle venti opere donate dall’artista a Magazzino Italian Art Foundation, vi sono esposti circa sessanta lavori provenienti da importanti istituzioni europee e americane, tra cui il Centre Pompidou e il MoMA, nonché da alcune prestigiose collezioni private. La mostra permette di ripercorrere la produzione dei Tappeti-Natura, dai primi esempi del 1966-’67, alle rare espressioni degli anni settanta, a quelle che segnano la ripresa degli anni ottanta-novanta, fino alle più recenti degli anni Duemila. Inoltre, se da un lato sono incluse opere che costituiscono i prodromi dei Tappeti-Natura, come il Totem Domestico del 1964, dall’altro sono presenti alcune loro declinazioni, quali il Vestito-Natura Sassi o il Vestito-Natura Betulle entrambi del ’67, nonché il multiplo Sassi (The Rocks) del 1968, che fu esposto nella mostra Italy: The New Domestic Landscape al MoMA nel 1972. A corredo delle opere, sono presentati numerosi documenti provenienti dall’Archivio dell’artista: riviste, cataloghi, locandine, fotografie, manoscritti, appunti e disegni di progetto. Infine il video documentario realizzato nel 1985 in cui Gilardi illustra l’idea da cui nacquero i Tappeti-Natura.
Infine, in concomitanza con l’esposizione, l’istituzione organizza una serie di performance che rendono omaggio alle origini storiche dei Vestiti-Natura, presentati dall’artista alla fine degli anni sessanta con le azioni al Piper Club di Torino.
La mostra segna il ritorno di Gilardi in una città, New York, che è stata per lui molto rilevante: vi approda per la prima volta nella primavera del 1967, una seconda dopo l’estate, quando espone alla Fischbach Gallery, per poi rimanervi a lungo. Da New York scrive i suoi reportage per riviste come «Flash Art» nei quali teorizza l’esistenza di un comune denominatore tra le ricerche al di qua e al di là dell’Atlantico, riunendole sotto la denominazione di «arte microemotiva». Anche i suoi scritti dimostrano come per Gilardi l’arte abbia sempre corrisposto a un’ibridazione tra l’io e tutto ciò che lo circonda, tra individuale e collettivo, tra passato e presente, tra discipline differenti, tra natura e artificio. Ed è in questa necessità di ibridazione, senza gerarchie né differenziazioni, che forse si cela il più profondo insegnamento veicolato dal suo lavoro, che risulta sempre piú attuale in quanto precorritore di tematiche oggi diventate cogenti in tutto il mondo.