Mara Carfagna candidata del centrodestra alle regionali in Campania, un’ipotesi che l’interessata per ora respinge. Ieri la vicepresidente forzista della Camera ha spiegato: «È prematuro, si vota a maggio, ma bisogna essere pronti a ogni sfida». Una sua discesa in campo consentirebbe alla destra di proseguire sulla linea delle designazioni al femminile, come fatto in Umbria e ora in Emilia Romagna. La prima a commentare è stata proprio la sfidante di Stefano Bonaccini, la leghista Lucia Borgonzoni: «È molto capace». E Giorgia Meloni: «Mara Carfagna è personalità di massimo rilievo e sarebbe una candidata da prendere in considerazione». Ma c’è chi legge gli endorsement come un modo per togliere dalla scena nazionale un ostacolo sulla strada del sovranismo.

Il patto tra Fi, Fdi e Lega prevede che siano gli azzurri a esprimere l’aspirante governatore in Campania. Un patto mai messo esplicitamente in discussione, eppure le scorribande di Salvini in regione e la sua crescita elettorale non lasciano gli azzurri tranquilli. Martedì scorso Salvini a Napoli è stato cauto: «Decide il territorio. In presenza di un candidato da battaglia di Fi non avremo problemi ad appoggiarlo». Lasciando comunque intendere che bisognerà passare per il placet leghista. La Lega si sta attrezzando a far valere il suo peso sui forzisti in dismissione anche al Sud. Non a caso inCampania ha designato come coordinatore regionale un fedelissimo del capo, Nicola Molteni.

Ieri Carfagna si è affidata all’ironia: «Candidata per gentile concessione di Salvini? Sono commossa». E il leghista l’ha accusata di flirtare con il nemico: «Spero che chi ha fatto il ministro grazie al centrodestra non vada a sinistra per amore di poltrone». I due non sono compatibili. La parlamentare di Salerno si batte contro la deriva sovranista in Fi mai bloccata da Berlusconi. Così si era dissociata dalla manifestazione del 19 ottobre a Roma, dove Fi e Fdi avevano fatto la parte degli invitati al trionfo leghista. E poi ha protestato per l’astensione del suo partito sulla commissione Segre: «Stiamo tradendo i nostri valori» aveva scritto sui social. Concetto ribadito ieri: «Non vedo un centrodestra, vedo una destra-destra. Non dobbiamo accettare la sudditanza psicologica alla destra estrema. Non è ineluttabile restare bloccati al 5% dell’Umbria».

Venerdì Carfagna ha cenato con Berlusconi, dopo mesi di gelo. All’orizzonte la separazione delle rispettive strade: «Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il governo di sinistra – ha spiegato ieri l’azzurra – Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione. Oggi io e Renzi siamo in due metà campo diverse ma non so cosa accadrà, questa è una fase di passaggio. Molti in Fi si sentono ormai a casa d’altri. Ma il mio campo di gioco resta il centrodestra». Stesso campo, contenitore diverso. Carfagna starebbe lavorando a un nuovo progetto politico con i moderati di Fi, «almeno una ventina alla Camera e una decina al Senato» la voce che circola. Renzi ieri ha rilanciato la palla alla deputata ma con uno schema diverso: «Porte aperte a chi vorrà venire non da ospite ma da dirigente, vale per Carfagna e per altri del suo partito. Iv è un approdo naturale».

E le regionali campane? C’è l’ex governatore Stefano Caldoro, nome circolato martedì all’iniziativa di Salvini. Lo stesso Caldoro ha poi dichiarato: «Le parole di Salvini a Napoli? Ineccepibili».