A meno di tre settimane dall’entrata in vigore, il cosiddetto «decreto Bonafede» finisce già davanti alla Corte costituzionale. A Palazzo della Consulta non è ancora arrivata nessuna ordinanza, ma sembra che più di un tribunale stia preparando il rinvio della discussa norma alla Corte. Messo in piedi in fretta e furia dal ministro di Giustizia per fermare la polemica sulla detenzione domiciliare concessa ad alcuni boss mafiosi, particolarmente malmessi in salute e dunque a rischio durante la prima fase dell’emergenza Coronavirus, il decreto n. 29 del 10 maggio 2020 è in dubbio di costituzionalità. Almeno stando alla questione di legittimità...