Gentilissima Ministra Giannini,

siamo un gruppo di insegnanti specializzati in “Lingua italiana per discenti alloglotti” (lingua italiana per stranieri), la disciplina per la quale è stata appena istituita una nuova Classe di concorso, la A23.

Svolgiamo il nostro lavoro con passione, spesso in condizioni contrattuali ed economiche precarie, come docenti esperti esterni in istituzioni riconosciute dal Miur (dalle scuole per l’infanzia alle università, passando dai Cpia e dagli Istituti italiani di cultura), che si avvalgono della nostra professionalità. È anche grazie alla nostra collaborazione che le scuole pubbliche e le strutture della Pubblica amministrazione possono partecipare a bandi europei o internazionali e vincerli, riuscendo così a mantenere un’offerta formativa di qualità.

In questi giorni cruciali che precedono la pubblicazione del bando per il concorso 2016 ci siamo resi conto, leggendo la bozza della Tabella A (nella versione aggiornata che circola dal 18 gennaio), che i requisiti di accesso al concorso non riconoscono la nostra professionalità ed esperienza lavorativa. Nello specifico, si viene a creare una discrepanza nel valore assegnato ai titoli di specializzazione (ancora in via di definizione) tra chi è abilitato e chi non lo è: per i primi i suddetti titoli sono indispensabili ai fini dell’accesso al concorso mentre per i secondi gli stessi titoli non hanno alcun valore legale. Di conseguenza si stabilisce che il valore legale dei nostri titoli di specializzazione vale nelle istituzioni riconosciute dal Miur, dove abbiamo lavorato e stiamo lavorando, ma non vale per l’accesso alla Classe di concorso A23.

Abbiamo chiesto un riconoscimento professionale proprio perché comprendevamo l’esigenza di normare questo settore, dal momento che per anni lo abbiamo sostenuto e supportato in assenza di regole e leggi. Non siamo responsabili del precedente vuoto normativo, vorremmo continuare a insegnare italiano ai nostri studenti e mantenere intatta la professionalità che abbiamo garantito finora.

L’unico modo per non perdere questo patrimonio professionale e garantire la qualità nell’insegnamento, di cui la “Buona Scuola” si è fatta portatrice, è istituire una norma transitoria, come è avvenuto finora per altre situazioni all’interno della scuola.

Chiediamo che la norma transitoria:

  1. permetta a chi lavora nel settore da anni di partecipare al concorso 2016.
  2. estenda l’accesso a tutte le lauree di area umanistica.
  3. consideri abilitanti titoli di specializzazione e servizio.

Quello che chiediamo è un atto di mera giustizia: il riconoscimento dei diritti di cittadini e lavoratori che si sono formati con passione e impegno e che per anni sono stati invisibili. Ci auguriamo che Lei voglia ascoltare le nostre voci, e confidiamo che vorrà darci risposta.

  • Appello sottoscritto da 455 insegnanti di Italiano per stranieri