«La dobbiamo smettere con questa mistificazione per cui c’è una Fiom dura e pura e tutti gli altri dentro la Cgil sono degli imbroglioni. Io non ci sto». Stefania Crogi, numero uno della Flai Cgil (agroalimentari), di solito piuttosto in sintonia con la segretaria Susanna Camusso, protesta contro le accuse lanciate dal leader dei metalmeccanici Maurizio Landini su il manifesto di ieri, che parlava di un referendum sulla rappresentanza «antidemocratico» e perciò «inaccettabile». «La consultazione io mi preparo a farla nella mia categoria, e chiedo rispetto – aggiunge Crogi – Anzi, all’ultimo Direttivo ho spiegato che avrei accolto l’idea di far fronteggiare le due tesi differenti, ma Landini, invece di cogliere questa apertura, ha comunque sbattuto la porta e non ha votato».

Insomma, tutto il dibattito si starebbe concentrando nella polarizzazione mediatica Landini-Camusso, mentre dentro la Cgil si muovono tanti soggetti, che magari potrebbero sbloccare l’attuale impasse.

Esatto: è assurdo polarizzare tutto nello scontro tra i due segretari. In mezzo ci sono tante categorie nella Cgil, come la nostra, che hanno qualcosa da dire. Non c’è una Cgil dispotica da un lato e i duri e puri dall’altro: forse dovremmo cominciare a capire che si fronteggiano modi diversi di concepire e vivere il sindacato. La consultazione non è affatto poco trasparente. Landini propone un meccanismo simile ai congressi: due relatori, commissioni, calendarizzazione delle assemblee, verbali alla commissione di garanzia. Le nostre regole però non prevedono questo: ma io comunque ho annunciato che nella nostra categoria faremo parlare le due tesi contrapposte.

Quindi sostanzialmente la Flai è d’accordo con Landini. Solo che credo lui criticasse il fatto che questo pluralismo non possa valere per l’intera Cgil.

A decidere è ciascuna categoria, e io non entro nell’autonomia altrui. Io ho detto ad esempio che mi pare giusto che entrambi i relatori devono essere lavoratori della Flai, mentre ho l’impressione che la Fiom voglia inviare i suoi in tutte le assemblee, quasi a controllare, appunto, che non siamo imbroglioni. Lo trovo offensivo: perché se il relatore è della Fiom, tutto è pulito e onesto, e se invece è della Flai, allora c’è l’imbroglio?

La Flai sta indicando anche alle altre categorie di adottare i due relatori contrapposti?

Lo ripeto: non entro nell’autonomia altrui. Però una cosa mi sorprende dell’atteggiamento di Landini all’ultimo Direttivo: invece di cogliere la mia proposta e rilanciarla, incassando il fatto che c’era un altro segretario che parlava di due relatori, ha sbattuto la porta e se n’è andato, senza votare.

Nel merito invece l’accordo va bene secondo la Flai?

La norma che decide chi entra nelle delegazioni trattanti, ad esempio, garantisce dai sindacati di comodo o gialli. Così come la regola del 50%+1: è giusto che se un accordo è firmato dalla maggioranza dei sindacati e votato dai lavoratori, poi non possa essere messo in discussione dalla minoranza. È la democrazia. Sulle Rsu: è bene che possano firmare contratti in autonomia dalle categorie, si realizza la democrazia dei lavoratori. È proprio un’altra visione rispetto alla Fiom, ma non è peggiore o inferiore: Landini ne prenda atto.

Sulle sanzioni che pensate?

Ecco, lì c’è una criticità. Credo sia giusto prevedere sanzioni per il rispetto del contratto, ma ritengo che non debbano essere previste per i delegati. Ma io non sbatto la porta e me ne vado, piuttosto introduco nel nostro dibattito un elemento dialettico. Visto che il tema è demandato ai contratti, dico che la Flai non firmerà mai un contratto che prevede sanzioni per i delegati: e le imprese sanno che per la nostra storia, non ce n’è bisogno perché si rispettino gli accordi.

Landini contesta anche il fatto che Camusso abbia firmato l’accordo senza consultare il resto della Cgil. Ha torto?

Questa contestazione è corretta. Ma al Direttivo del 17 gennaio Susanna Camusso, nella sua relazione e nelle conclusioni, ha ammesso che il gruppo dirigente della Cgil non è stato coinvolto e ha detto che dobbiamo dotarci di strumenti più stringenti di collegamento con le categorie, e che lo faremo al Congresso. Quindi mi pare che ci sia una chiara ammissione e una volontà di migliorare.