Tutto è cambiato: il parlamento si è ristretto di oltre un terzo, il partito erede del Movimento sociale è il partito di maggioranza relativo, avremo la prima presidente del Consiglio donna, ma le gerarchie nei gruppi parlamentari non cambiano. I gruppi si sono costituiti ieri e i tre più grandi, Fratelli d’Italia, Pd e Lega, confermano sia alla camera che al senato vecchie e vecchi capigruppo. Per FdI Ciriani al senato e Lollobrigida alla camera. Per il Pd Malpezzi al senato e Serracchiani alla camera. Per la Lega Romeo al senato e Molinari alla camera. Diverse le motivazioni: il partito di Meloni ha bisogno di mantenere una presa salda e sperimentata sul gruppo che porterà il peso maggiore del governo, la Lega di compensare chi è rimasto fuori dalla giostra degli uffici di presidenza (in particolare Molinari che aspirava alla guida di Montecitorio), le parlamentari Pd che potevano tentare il salto nelle vice presidenze preferiscono il noto all’ignoto, visto che le opposizioni vanno alla conta di oggi senza alcun accordo in grado di dare certezze.

Tutta nuova invece la guida di Forza Italia, almeno tra i suoi senatori Berlusconi è riuscito a imporre Licia Ronzulli che significa corda tesa nei rapporti di maggioranza, alla camera andrà l’ex rottamatore del Pdl Alessandro Cattaneo. Novità anche per il gruppo Azione-Italia viva che in quanto tale non esisteva nella scorsa legislatura: Renzi e Calenda si sono divisi i capigruppo, renziana al senato Raffaella Paita, calendiano alla camera Matteo Richetti. Parziali novità per il gruppo dei 5 Stelle che ha confermato il capogruppo del senato, Silvestri, e ha cambiato quella della camera: Barbara Floridia sostituisce Mariolina Castellone che oggi dovrebbe essere eletta vice presidente del senato.
A palazzo Madama si sono formati altri tre gruppi. Il tradizionale gruppo delle autonomie con sette senatori, di cui due eletti con il Pd, due con la Svp, una con la lista Nord chiama Sud di Cateno De Luca e due senatori a vita, Giorgio Napolitano ed Elena Cattaneo. Sarà schierato all’opposizione. Con la maggioranza andrà un gruppo tutto nuovo, inventato dalla fantasia dei Moderati di Maurizio Lupi. Avevano solo due eletti a palazzo Madama, l’ex questore De Poli e l’altoatesina Michaela Biancofiore, hanno preso (in prestito?) tre senatori eletti con Fratelli d’Italia – Salvitti, Petrenga e l’ex ministro Guidi -, hanno aggiunto l’eletto all’estero Mario Alejandro Borghese e sono arrivati al numero minimo di sei senatori previsto dal nuovo regolamento. Si chiamano Civici d’Italia-Noi moderati-Maie. Nuovo presidente, infine, per il gruppo misto, è Peppe De Cristofaro di Sinistra/Verdi: sono in quattro e sono l’unica componente di un gruppo che accoglie anche tre senatori a vita: Monti, Piano e la senatrice Segre.

Alla camera invece il gruppo misto è già molto grande, conta 30 deputati (presto 31 se come pare FdI non accetterà l’iscrizione di Calogero Pisano, sospeso dopo un post in cui inneggiava a Hitler ma poi eletto in Sicilia). La componente più numerosa, 12 iscritti, è quella di Sinistra/Verdi: potrebbe fare un gruppo a parte se la camera avesse approvato la riforma del regolamento per adeguare proporzionalmente i numeri al taglio dei parlamentari (così non è stato), chiederà subito una deroga. E l’hanno già chiesta anche i centristi di Lupi che però sono solo 8 più l’ex ministra Brambilla eletta con il centrodestra e Tirelli del Maie. Nel gruppo anche l’unico eletto di Nord chiama Sud, Gallo, 4 delle minoranze linguistiche e 3 della componente + Europa: Magi, Della Vedova e anche Pastorino, l’unico eletto del centrosinistra nei collegi uninominali della Liguria.