Una bocciatura parziale, ma sonora. L’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini porta in consiglio d’amministrazione il suo pacchetto di nomine per le reti e le direzioni di genere, e sulla metà delle proposte (votate singolarmente) non trova il gradimento della maggioranza dei consiglieri. Non essendo il parere del consiglio vincolante (lo è per i tg, in caso di voto contrario dei due terzi dei consiglieri), Salini può procedere comunque su tutto il pacchetto. E a quanto pare, nonostante la sberla, lo farà. Da viale Mazzini si fa infatti sapere che l’ad ha espresso «grande soddisfazione per le nomine, un passo fondamentale per realizzazione del piano industriale». E si sottolinea che non c’è stata nessuna bocciatura (i nomi «sgraditi» hanno ottenuto 3 sì, 3 astensioni e un no, ma per Calandrelli i no sarebbero stati due) e che appunto il parere non è vincolante.

I nomi che non hanno ottenuto il gradimento della maggioranza del consiglio (cioè almeno 4 sì su 7) sono quelli di Silvia Calandrelli, proposta per la guida di Raitre e per la direzione Intrattenimento culturale; Ludovico di Meo, Raidue e direzione Cinema e serie tv (vicino a Giorgia Meloni, il leghista Igor De Biasio ha bocciato anche lui); Duilio Gianmaria, direzione Documentari, e Eleonora Andreatta, Fiction. Promossi a maggioranza Stefano Coletta alla direzione di Raiuno e Intrattenimento prime time, Franco Di Mare all’Intrattenimento day time, Angelo Teodoli al Coordinamento generi e Luca Milano alla direzione Ragazzi.
La consigliera del Pd Rita Borioni si è sempre astenuta (l’ala più vicina a Zingaretti spingeva per il no, Franceschini per il sì), e a riunione ancora in corso (le nomine erano addirittura il diciassettesimo punto all’ordine del giorno) ha puntato l’indice contro l’ad incapace, a suo dire, di gestire l’azienda. E ha insistito sulla necessità di rinnovare anche le direzioni del tg, che è quello che più preme al Nazareno: sulle testate nelle settimane scorse si è consumato lo scontro con i 5 Stelle, contrari alla nomina di Mario Orfeo al Tg3 al posto di Giuseppina Paterniti. E Salini, scelto per il vertice Rai da Di Maio, ha sospeso la pratica.
Astenuto su tutti i nomi anche il presidente salviniano Marcello Foa. Schierati su tutte le nomine con l’amministratore delegato la consigliera indicata dai 5S Beatrice Coletti, che alla fine del cda ha ribadito «massimo sostengo» all’ad, e il consigliere di FdI Giampaolo Rossi, che già lunedì aveva esultato per le scelte di Salini.

Il Pd è invece in piena rotta di collisione con l’ad ritenuto troppo sensibile alla campana pentastellata, e per i dem il chiodo fisso restano i tg: «La dirigenza Rai è in completo stato confusionale – tuona Francesco Verducci, della commissione di vigilanza -. Una situazione intollerabile. Aver provveduto alle nomine sulle reti senza intervenire sui tg è gravissimo».