I I Invoca l’intervento del capo dello Stato, Sergio Mattarella, nella sua funzione di titolare della Presidenza dell’organo di autogoverno dei giudici, il Csm, il presidente delle Camere penali di Roma, Cesare Placanica. Il caso Palamara ha innescato un effetto domino, con pesantissime ombre sulle nomine nelle procure di mezza Italia. Dall’inchiesta di Perugia, infatti, sembrerebbe venire fuori un mercato con al centro tentativi di piazzare magistrati amici o screditare toghe nemiche. Si è partiti con la lotta per la successione a Giuseppe Pignatone a Roma e si è arrivati alla stessa Perugia, dove Luigi De Ficchy è approdato alla pensione, con i tentativi di pilotare la nuova nomina per bloccare l’indagine Palamara, fino al caso Gela, dove secondo la procura umbra il gruppo intorno agli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore si sarebbe mosso per insediare Giancarlo Longo.

Il Csm ha chiesto ai pm umbri la trasmissione degli atti «ostensibili», oltre quelli già in possesso del Consiglio, relativi all’inchiesta che vede indagati i pm di Roma Luca Palamara (per corruzione) e Stefano Rocco Fava (per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento) e del togato Luigi Spina (pure lui indagato per rivelazione e favoreggiamento). Spina si è dimesso dal Consiglio superiore della magistratura. Martedì un plenum straordinario prenderà atto delle sue dimissioni ma affronterà anche il caos in atto: «Si impone un confronto per la forte riaffermazione della funzione istituzionale del Csm a tutela dell’intera magistratura». Le dimissioni le ha date anche Palamara ma dall’Anm. Anche l’Associazione nazionale magistrati è preoccupata: «Gli accadimenti riferiti dalla stampa costituiscono una grave violazione sotto il profilo etico e deontologico».

Sono cominciate anche le prese di distanza da parte delle correnti dei magistrati coinvolti. Unicost, di cui fanno parte Palamara e Spina, ha diffuso una nota: «Ai colleghi chiediamo di assumersi le rispettive responsabilità politiche, dando le dimissioni dalla corrente. Non possiamo accettare la perdita di credibilità davanti ai colleghi e ai cittadini. In caso di processo ci riteniamo parte lesa». Mentre Magistratura Indipendente ha indetto per sabato prossimo un’assemblea «pur evidenziando la gravità di alcuni fatti emersi, ove accertati, ma anche la strumentalizzazione operata da alcuni organi di stampa».

Anche Mi è finita al centro dell’attenzione dei pm umbri. I suoi consiglieri Antonio Lepre e Corrado Cartoni avrebbero partecipato agli incontri con i parlamentari dem Luca Lotti e Cosimo Ferri sulla scelta del nuovo procuratore di Roma. «Non siamo mai stati condizionati da nessuno», si sono difesi ieri. Il sospetto della procura è che l’incontro tra i due Pd, Palamara e Spina di Unicost e i due componenti di Mi dovesse servire a favorire l’arrivo a piazzale Clodio di Marcello Viola e non di Francesco Lo Voi, che avrebbe segnato la continuità con Pignatone. Lotti avrebbe avuto interesse a intervenire poiché imputato a Roma nel caso Consip.