Vulcanica Levante. Due dischi, e poi un romanzo – Se non ti vedo non esisti uscito per Rizzoli e alla quarta ristampa. E ancora un album, pieno di idee a partire dalla copertina: lei vestita lo stretto indispensabile, sdraiata su una poltrona rovesciata davanti a uno specchio. D’altronde il titolo – Nel caos di stanze stupefacenti – non è messo lì per caso. Ma è un caos – e non suoni ossimoro – molto ordinato. Canzoni perfette declinate tra acustico e elettronico (la signorina si è permessa nei mesi scorsi una capatina fra i «comunisti col rolex» di J-Ax e Fedez), e che potrebbe garantire al disco lunga vita in classifica. Dal quasi rap di 1996, la stagione del rumore, alla filastrocca Santa Rosalia, il singolo tiratissimo Non me ne frega niente, il duetto straniante con Max Gazzè nell’ironica Pezzo di me (sì, proprio così…) e la traccia più fulminante dell’intero lavoro, Io ti maledico. Prodotto dalla stessa artista siciliana insieme a Antonio Filippelli è un album, vivo, pulsante e persino radiofonico. Ma evitando i cliché electro che caratterizzano la scena nazionale, scelta affatto scontata.