Un cantiere molto particolare, in pieno centro a Roma. Una demolizione a Trastevere in mezzo a palazzi pieni di uffici che per settimane ha riempito di polvere la vicina scuola, ora per fortuna chiusa. E ieri mattina l’evacuazione di oltre 600 persone per una fuga di gas, per fortuna risolta nel pomeriggio.
Nella Roma che la giunta Raggi vorrebbe ancora «contro i palazzinari», accade che si diano autorizzazioni edili delicate in modo fin troppo veloce con il sospetto che il tutto sia fatto per rispettare i tempi di consegna della case mega lusso che sorgeranno al posto del vecchio edificio.
Ieri la giornata più difficile per i lavoratori del cantiere. Di cui solo uno della ditta che costruisce e tutti gli altri in appalto e sub appalto. La mattina «il foramento di un vecchio tubo di gas non segnalato in nessuna cartina» ha provocato la protesta e poi la veloce evacuazione del palazzo di via Ippolito Nievo che ospita gli uffici dell’Anvur (l’agenzia nazionale di valutazione universitaria), Invalsi (istituto nazionale valutazione istruzione) e due dipartimenti del ministero dell’economia e uno del ministero dell’università e ricerca.
La demolizione del palazzo della Ragioneria territoriale dello stato (Rts) di via Parboni – «la struttura non era adatta per gli appartamenti» – è stata fatta con altissime gru che demolivano con enormi benne
Il rischio che ci fosse dell’amianto – nei primi giorni ditte specialistiche sono state viste operare nel cantiere – è stato smentito da Asl e Vigili del fuoco.
Lavoratori e responsabili del cantiere tendono a minimizzare: «Abbiamo avvertito tutti, il cantiere è filato via benissimo e nei tempi previsti, l’unico inconveniente è dovuto ad una rotazione di un elemento che ha toccato un muro del palazzo adiacente».
Non la pensa così la Fp Cgil che ieri ha denunciato: «Dopo i crolli del 3 e del 5 luglio, è stata danneggiata la sala Conferenze dell’Anvur, ai piani bassi, provocando danni ai controsoffitti e resa quindi inagibile per il rischio di un nuovo crollo. Le misure di sicurezza iniziali e le rassicurazioni sulla tenuta dello stabile in corso di demolizione, si stanno rilevando, con tutta evidenza, insufficienti. Abbiamo diffidato e informato il prefetto e la sindaca per intervenire immediatamente a tutela dei lavoratori e per interromperne la prestazione lavorativa in quello stabile per tutta la durata dei lavori: non è arrivata nessuna risposta».