La manifestazione #Svegliatitalia in programma oggi a Napoli avrà un prologo alla Stazione centrale alle 14: presso il pianoforte pubblico le band Bread & Roses, La Pappa col Pomodoro, Je te Vurria Vasà inviteranno i passanti a intonare O’ sole mio, alle 15.30 flash mob alla Stazione Toledo della Linea 1. La manifestazione partirà alle 16.30 da piazza Carità per arrivare a piazza del Plebiscito, dove il colonnato sarà illuminato con i colori arcobaleno. Annunciato un lungo elenco di parlamentari, ci sarà il sindaco Luigi de Magistris e lo sfidante dem Antonio Bassolino. Hanno aderito Cgil e Uil, ma non i cattolici della Cisl.
L’Arcigay ha invitato anche il ct del Napoli, Maurizio Sarri, protagonista dello scontro con l’allenatore dell’Inter Roberto Mancini, ma la squadra è in trasferta a Genova: «Sarri ha chiesto un incontro con noi – racconta Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli -. L’aver chiamato il collega ’frocio’ è stata per noi una provvida sventura. Il suo è stato un brutto gesto, si è scusato subito, avrà una penalizzazione. Adesso almeno se ne discute. In serie A ci sono circa 800 atleti professionisti e nessun gay dichiarato. In tutto lo sport ufficiale italiano, solo un’atleta ha fatto coming out, la portiera della nazionale di hockey in linea, Nicole Bonamino. Sono numeri peggiori di quelli del parlamento italiano». E ancora: «La gogna pubblica per Sarri è ridicola visto che Carlo Tavecchio, presidente della Fgci, ha detto molto di peggio ed è ancora al suo posto. Ma è anche vero che non si può dire che sono cose che finiscono sul campo. Se ne deve discutere».
A Napoli c’è la polisportiva arcobaleno Pochos: una squadra di calcetto il cui nome è un omaggio a Ezequiel Lavezzi. La città si candida a essere la più arcobaleno d’Italia, anche se le difficoltà ci sono: «Nell’ultimo anno e mezzo – continua Antonello Sannino – abbiamo contato almeno un’aggressione al mese. Considero il fenomeno come l’altra faccia dell’emancipazione: adesso ci mostriamo, non abbiamo vergogna a camminare mano nella mano o baciarci in pubblico. Denunciamo le aggressioni, rivendichiamo i nostri diritti. I più decisi sono i giovani, tra i 16 e i 22 anni».
In piazza ci saranno anche mamme e papà di famiglie omogenitoriali. L’amministrazione partenopea ha ingaggiato una lunga battaglia con lo Stato poiché a settembre ha deciso di trascrivere l’atto di nascita del piccolo Ruben, riconoscendo la maternità delle due mamme, una delle quali è napoletana, residenti a Barcellona, dove si sono sposate. Il prefetto ha intimato la cancellazione del cognome della madre non biologica, l’amministrazione ha fatto ricorso. «Tutta l’attenzione si è spostata sulla genitorialità – spiega Sannino – come se la comunità lgbt dovesse dimostrare di essere dei super genitori super normali. Naturalmente ogni espansione dei diritti è sacrosanta e dovuta, ma c’è gente che sta aspettando da 40 anni che i più elementari diritti di coppia vengano riconosciuti».
A Napoli c’è la comunità trans più grande d’Europa, con numeri pari a quelli del Sudamerica. Qui c’è una lunga tradizione che risale ai femminielli: «I femminielli hanno combattuto durante le Quattro giornate di Napoli e infatti oggi in piazza con noi ci sarà anche l’Anpi. Il 2 febbraio, giorno della Candelora, c’è la tradizione della iuta alla Madonna di Montevergine, in Irpinia. Una volta era un pellegrinaggio, oggi si organizzano pullman per rendere omaggio alla madonna che salvò i femminielli dalla morte. In realtà è la trasposizione cristiana di un antico rito pagano che coinvolgeva gli eunuchi. Testimonia – conclude Antonello Sannino – il rapporto viscerale con un’antica cultura plurale e inclusiva».