Avete mai sognato di entrare in un quadro di Migliaro o De Nittis e mettervi a ballare e cantare insieme ai suoi personaggi? Una sensazione meravigliosa di vertigine, di euforia contagiosa, di leggero straniamento istillata da La Stanza delle Meraviglie, l’ultima creazione digitale multisensoriale, una realtà immersiva della canzone napoletana. Un viaggio nel tempo con uno spazio virtuale, disegnato da Bruno Garofalo, da un’idea di Marisa Laurito, che si trova al Trianon Viviani, il teatro di Forcella rinnovato e inaugurato con questo originale portento. Da un lato all’altro risuona il vocìo del mercato, attraverso le grida tipiche dei venditori ambulanti (ricostruito da registrazioni originali di verdurai, pescatori, robivecchi) contribuendo a proiettare il visitatore al centro di bancarelle e ceste, con le immagini storiche di dipinti dell’800 e fotografie d’epoca in bianco e nero sulle pareti laterali, anche il pavimento riproduce un lastricato partenopeo aumentando il realismo della situazione mentre i suoni ti avvolgono. «Acquaiola ’e Margellina,/ tu sì’ ’overo ’na ciaciona/ cientemila vas’’all’ora,/ je azzeccasse ’mmocc’a te!/ Pe’ ’sti mmummere gelate/ Pur’’a capa aggio perduto/ cchiù te guardo e cchiù mme struje/ comme spriemme ’stu limone,/ te spremesse ’mpiett’’a me». I versi scorrono da un lato, le melodie evocative generano la sensazione di entrare fisicamente tra le pagine di un antico album di ricordi, e sfogliarne lentamente le pagine, passando dalle gouaches d’antan ai capolavori della scuola di Resina. Ogni cantante, con una reinterpretazione contemporanea della musica scelta, è anche protagonista di un ologramma riprodotto su un divisorio a strisce di plastica bianca che sfuma insieme col brano, in rispetto assoluto sia delle partiture che dei testi. Questa passeggiata immersiva della durata di trenta minuti, ci trasporta in una Napoli d’altri tempi, il periodo considerato va dalla fine dell’Ottocento fino al 1940, arco temporale in cui si concentra il maggior numero di musicisti e poeti impegnati nella produzione della canzone cosiddetta «classica».

DALLA DINAMICITA’ del popolo per strada, esemplificata dal mercato, per cui sono state scelte canzoni ispirate ai venditori, si passa a un tema eterno dei posteggiatori e musicisti, il mare, con tutto il suo contorno di barcarole, serenate al chiaro di luna, paesaggi deliziosi che sfociano, anche grazie alle ricostruzioni ambientali in costume, negli scenari straordinari della Campania, dalla Costiera Amalfitana fino all’entroterra, dalle isole dell’arcipelago alle vestigia greco-romane. Il tutto aiutato dal grande programma di digitalizzazione dei beni culturali, materiali e immateriali, promosso dalla Regione.
«Me chiammo Prezzetella ‘a Semmentara/ E venno fave nuove e ‘o spassatiempo/ So conosciuta miezo Santa Chiara/ e ogni juorno io passo sempe a là», un capolavoro di Ria Rosa, antifascista e nonna delle femministe, datato 1930, che mette in bella copia sul pentagramma le parole esagerate che decantano nucelle infornate e vino buono. Appaiono e scompaiono i cantanti a grandezza naturale, sorprendendo gli spettatori con apparizioni improvvise e rapidi spostamenti in vari punti della scena. Nel momento in cui compare sui vari supporti un’eruzione del Vesuvio nelle varie fasi, potrebbero essere proiettati su porzioni di pavimento fiumi di lava incandescenti e, sulle pareti, lampi e caduta di zampilli, che vadano a sostituire la lava con mucchi di polveri dalle quali potrebbero affiorare calchi pompeiani. Fino ad una panoramica su Pompei, sul Vesuvio acquietato e (dopo il surround che riprodotto i rombi dell’eruzione) con l’esplosione di «Funiculì funiculà», a mostrare come la vita sia poi continuata nonostante la tragedia.
E poi l’apertura di un balcone avvia una sezione dedicata al maggio e alle rose, soggetti principe di tante canzoni d’amore. Dalle note di Era de maggio”, seguita da Maggio sì tu,

“TORNA MAGGIO”, O paese d’e rrose ricreando l’atmosfera festosa dei giardini fioriti sul Golfo.
«La Stanza delle Meraviglie» è un archivio che raccoglie la memoria della canzone napoletana, ‘capace di avvolgere con musiche e colori il visitatore che ne uscirà rivitalizzato come da una beauty farm dell’anima’. ha detto il direttore artistico Marisa Laurito, raccontando la nuova stagione, la prima «in presenza», del Trianon Viviani, teatro della canzone napoletana, uno storico luogo della cultura cittadina, edificato più di un secolo fa (nel 1911). «Oggi Napoli ha finalmente un tempio che racchiude, protegge e diffonde anche all’estero la nostra grande tradizione musicale» ha commentato con orgoglio l’attrice e cantante, presentando lo spettacolo inaugurale dell’annata, Adagio Napoletano. Cantata d’ammore, un musical effervescente e appassionato, con la compagnia Stabile della Canzone Napoletana, scritto da Bruno Garofalo.
La Stanza delle Meraviglie sarà visitabile tutti i giorni (dal lunedì al sabato dalle 10:30 alle 13 e dalle 15 alle 19; la domenica dalle 10:30 alle 19), con ingresso gratuito, previa prenotazione sul circuito AzzurroService.net o al botteghino del teatro. Entro la fine dell’anno il Trianon Viviani aprirà anche la Stanza della Memoria, uno spazio pubblico, curato da Pasquale Scialò, per accedere a una fruizione completa del patrimonio della canzone napoletana e delle culture musicali della Campania attraverso il portale SoNa, Contesto Musica dell’Ecosistema Digitale Cultura Campania Progetto ArCCa, promosso dalla Regione Campania e attuato da Scabec. In questa Stanza, tra tavoli e teche, sarà possibile fruire contenuti digitalizzati dall’âge d’or dell’Ottocento ai giorni nostri: registrazioni audio, spartiti a stampa, manoscritti autografi, locandine, manifesti, programmi di sala, fotografie, caricature e filmati.