Non è proprio semplice raccontare e spiegare perché la cannabis terapeutica dovrebbe essere distribuita molto più facilmente in Italia. Ma ogni regione, ognuna delle 20 regioni, ha un sistema sanitario diverso. Quindi, quello che funziona in Piemonte o in Puglia, non necessariamente, e neanche automaticamente, funziona in Calabria. Capita anche che in molti, soprattutto chi generalmente segue i tanti luoghi comuni che spopolano in rete, hanno dubbi sulla validità della cannabis terapeutica. Ma no, questa non è una richiesta per fumare marijuana. È una richiesta per migliorare le condizioni – spesso critiche – di malati di molte malattie neurologiche. Per esempio? Per esempio la SLA, o anche la Sclerosi Multipla.
Ho compiuto ad aprile 47 anni, sto bene e sono molto fortunata ma, dal 26 ottobre del 1995, dopo visite di controllo prima da qualche oculista, poi all’Ospedale Oftalmico Fatebenefratelli di Milano, perché avevo cominciato a vedere doppio (diplopia), mi è stato vivamente suggerito di andare a farmi visitare all’istituto Neurologico Besta.
Dopo un’attenta visita al pronto soccorso, all’istituto Besta sono stata ricoverata d’urgenza. Anche perché la diplopia, mi avevano poi spiegato, è anche un sintomo del tumore al cervello. Risonanza magnetica, puntura lombare e no, non era tumore al cervello. Ma sono rimasta in ospedale per due settimane, a fare flebo di cortisone che, giorno dopo giorno, sarebbero state meno pesanti. Risultato finale della mia prima degenza in ospedale: Sclerosi Multipla. Erano 22 anni fa, ho avuto solo un altro paio di ricoveri, ho preso per quattro anni immunosoppressori, cioè farmaci che «stordiscono» il sistema immunitario perché è molto possibile che proprio quello che dovrebbe difendermi, mi attacchi creando danni neurologici che, a volte, possono essere anche severi. Oltre i cinque anni, avevano precisato, gli immunosoppressori sono comunque sconsigliati. Avevo 25 anni, l’impegno annuale per me è sempre stato di fare una risonanza magnetica all’anno, per controllare che non ci fossero altre lesioni al cervello, a meno che non ci fossero urgenze di tipo diverso. Ognuno, ogni singola persona, con la stessa diagnosi, è molto facile che abbia un decorso della malattia con sintomi e conseguenze diverse. Ognuno è come se fosse sempre un caso unico.
RICERCA IN CORSO
Da dove arriva la Sclerosi Multipla? Il sito dell’Associazione Sclerosi Multipla (www.aism.it) dice: «La ricerca delle cause e dei meccanismi che scatenano la SM è ancora in corso. Alla base della perdita di mielina c’è un’alterazione nella risposta del sistema immunitario che, in condizioni normali, ha il compito di difendere l’organismo da agenti esterni». Malattia neurologica. Qualche disagio può sempre arrivare e, in forma lieve, è arrivato anche per me. Da pochi mesi ho cominciato a prendere olio di cannabis terapeutico con zero effetti psicotropi. Prendo cinque gocce la mattina, cinque gocce la sera di un olio che è terribile, amaro, ma che sento mi fa bene. Da quando lo prendo non sono più caduta mentre cammino. Che comunque, nel suo piccolo, è sempre un gran risultato. E come faccio in Italia a trovare quest’olio? Io lo compro via internet in Svizzera. Ci mette due o tre giorni ad arrivare e costa 75 Euro, si chiama olio CBD, è al 10% ed è in un contenitore che contiene 10 ml di olio. Da prendere a gocce. Sì, è caro. Quanto durano 10ml? Dipende da quanto se ne ha bisogno. In Italia, nonostante alcune regioni come la Puglia (che lo passa attraverso il servizio sanitario) lo fornisca ai malati che sono certificati con certe patologie, non è altrettanto semplice per tutto il resto del territorio nazionale. Qui mi è venuta in aiuto la rivista Dolce Vita (anche online su http://www.dolcevitaonline.it), dove Mario Catania ha compilato un elenco di tutte le regioni italiane e i diversi regolamenti regionali rispetto all’uso della cannabis (http://www.dolcevitaonline.it/cannabis-terapeutica-in-italia-regione-per-regione/).
IN LOMBARDIA
Vivo a Milano e allora a me che sorte tocca? Sulla rivista Dolce Vita leggo che «in Lombardia una vera e propria legge non è mai stata approvata. Da 4 anni c’è una proposta di legge (…) che non è mai stata discussa, alla quale si è affiancata una legge di iniziativa popolare corredata da oltre 6mila firma presentate dai Radicali grazie alle firme raccolte dall’associazione milanese Enzo Tortora. Nel 2016 è iniziata una sperimentazione con la cannabis per il trattamento di SLA e sclerosi multipla, finanziata dalla regione, grazie ad un ordine del giorno (…) che ha avuto l’effetto di spaccare la giunta Maroni: è passato con 34 voti favorevoli contro 32 contrari. Sempre nel 2016 la Regione ha dato il via libera alle cure a base di cannabis con le regole di sistema». La dottoressa Valentina Torre, dell’Istituto neurologico Besta, mi dice che: «i preparati galenici a base di cannabis (Cannabis terapeutica titolata in THC e CBD), le applicazioni terapeutiche riconosciute come ufficiali (Decreto Ministeriale 9 Novembre 2015) sono: dolore (neurologico e oncologico) e spasticità da Sclerosi Multipla (…) Le recenti applicazioni del decreto hanno permesso di prescrivere la Cannabis Terapeutica,a carico del SSR, per i pazienti sofferenti da dolore cronico,assistiti in dieci regioni, tra cuiLombardia (provvedimento indicato nelle Regole di sistema, l’insieme delle norme varate dalla Regione per governare la sanità lombarda nel 2016), Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Veneto, Sicilia e Abruzzo». E gli altri? Direi che è tutto ancora molto confuso.
COLTIVAZIONE
Le coltivazioni? In Italia, per legge, la cannabis può essere coltivata solo dall’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze, che coltiva Em2 (al posto dell’Olandese Bediol) e, dice ancora la dottoressa Torri, «il progetto pilota, partito la scorsa primavera, prevede la coltivazione di 100 chili di marijuana da parte dell’Istituto farmaceutico Militare. Il primo raccolto dovrebbe essere pronto a breve: un fatto, questo, che permetterà di abbassare i prezzi (finora molto alti), e far partire la rimborsabilità». Marco Perduca, dei Radicali, dice comunque che100 chili sono pochi, e il prezzo non è conveniente per nessuno. E continuo a rimanere ancora più confusa. C’è davvero da chiedere perché mai oggi l’uso della cannabis terapeutica risulti spesso ancora tanto complicato da attuare. Perché se vivo, per esempio, in Piemonte, le cose sono meno complicate e invece, se abito Catanzaro, diventa tutto molto più difficile? E Marco Perduca alleggerisce il peso della domanda spiegando che la confusione Italiana potrebbe essere una delle meno peggiori in territorio Europeo. Anche se si tratta di rendere più facile l’ottenimento di soluzioni per chi ha problemi nel camminare, per chi ha dolore, per chi ha uno qualsiasi dei diversi problemi che possono arrivare con una di queste malattie neurologiche, che non hanno ancora trovato soluzioni mediche. A chi ha anche uno solo dei problemi che possono arrivare se sei malato – e sono tanti i problemi, e tante le malattie – non importa fumare cannabis. A tanti piacerebbe invece solo poter lavorare, camminare, dormire come ha sempre fatto, e non invece dover scappare da una regione all’altra, dalla Calabria al Piemonte, solo per avere accesso ai rimedi a base di cannabis, che possano aiutarlo a vivere meglio. Perduca conferma che anche l’associazione Luca Coscioni continua a doversi confrontare con una quantità infinita di problemi. Si, anche loro, di risposte certe nella confusione generale, non ne hanno sempre. E mi perdonino se, a ogni informazione che ho letto e raccolto, mi è sembrato tutto sempre più complicato e meno chiaro. E le regioni sono tante, sono sempre le solite 20. A Milano sono entrata in una farmacia dove mi conoscono da anni e sanno del mio disturbo-malattia. Ho chiesto «e se dovessi ordinare, per la sclerosi multipla, olio di cannabis al 10%, cosa devo fare?». Ero la prima cliente che ha mai chiesto questa cosa. Hanno chiamato due o tre fornitori e poi, alla fine, risulta che, per avere l’olio di cannabis al 10%, (e che comunque non è psicotropo), devo presentare una ricetta non replicabile. Quindi bisogna tornare dal medico per una nuova ricetta quando questo rimedio, (non credo di poterlo chiamare farmaco, perché non credo sia riconosciuto come farmaco), mi serve.
Altra notizia interessante è che pare siano poco meno di 1 milione i pazienti italiani che potrebbero aver bisogno della marijuana medica per trattare almeno sette diverse malattie,come ha riportato Linkiesta, (www.linkiesta.it/it/). «Si parla di 600-900mila potenziali pazienti che in Italia potrebbero usufruire della marijuana di Stato. Le malattie per le quali questi farmaci sono indicati vanno dalla Sclerosi multipla (…) alla Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), dalla fibromialgia al glaucoma, ma anche neuropatia, lesioni midollari, morbo di Chron e perfino il cancro. Si tratta soprattutto di malattie croniche, resistenti alle terapie analgesiche tradizionali. I cannabinoidi, come si legge nelle storie raccolte dall’Associazione Luca Coscioni «(…) alleviano i sintomi, rilassano i muscoli, aiutano a dormire e a sentire meno dolore. Eppure ancora solo pochissimi pazienti italiani finora sono riusciti a comprarli».
La cannabis, che sia psicotropa o meno, e che sia da assumere in modi diversi, dovrebbe essere data a tutte le persone che ne hanno bisogno per aiutare i mille disagi che possono comparire con certe patologie. La cannabis potrebbe almeno alleviare il dolore cronico, e non solo. Parlo per esperienza, io di dolore, in 22 anni, non ne ho mai sofferto. Sono però certa che dovrebbe essere una certezza, una sicurezza, che la cannabis terapeutica venisse distribuita ai malati di queste tante patologie. Ed è sempre più strano, per fortuna, visto che all’Istituto Neurologico Besta di Milano, centro di ricerca di rilevanza nazionale e internazionale nell’ambito delle neuroscienze, la cannabis viene data a chi ne ha bisogno, con tutti i controlli e le valutazioni del caso. Ma restano comunque i mille dubbi e le mille incertezze targate tricolore.