Ieri sono tornato a Napoli. Prima di abbandonarci alla meritata primavera che il calendario ostinatamente segnala, ai piedi delle Alpi il freddo è tornato a pungere, e così cerco caldo con una distinta voglia di toccare un poco di sole verace, sfacciato, d’incontrare le fiumane di persone che camminano per strada, di farmi accarezzare dalla sveltezza del dialetto parlato, smozzicato, arrotolato. Purtroppo resterà una manciata di ore, volo di andata la mattina e rientro al tramonto. Nel mezzo un cielo sconfinato senza nemmeno un’ipotesi di nuvola, la visita ai giardini che circondano il Museo di Capodimonte e i lunghi viali...