Da ieri pomeriggio non esiste più la «zona rossa» nel centro di Amburgo. Dopo nove giorni di vero e proprio «stato d’eccezione», gli abitanti della metropoli della Germania settentrionale possono finalmente tornare a camminare liberamente, senza cioè essere automaticamente perquisiti, nei quartieri di St. Pauli e Schanze, roccaforti della scena alternativa della città e da sempre punti di riferimento della sinistra antagonista dell’intero Paese. Lo ha deciso la polizia locale, che ha ritenuto superate le ragioni che, dal suo punto di vista, avevano giustificato la creazione del «Gefahrengebiet» (letteralmente «zona di pericolo»): «negli ultimi giorni si è registrato – ha detto un portavoce – un positivo sviluppo della situazione». Archiviata dunque una misura odiosa, prevista dalle leggi della (storicamente progressista) città-Land sull’Elba: l’ordine pubblico in Germania non è una competenza del governo centrale. Amburgo, come Berlino e Brema, è un municipio con il rango di Land: a volere la zona rossa era stato il governo municipale, un monocolore Spd.

La scelta repressiva dopo i violenti scontri dello scorso 21 dicembre, e difesa a spada tratta dall’esecutivo cittadino guidato dall’ex ministro Olaf Scholz, intenzionato a tenere a bada con le maniere forti una «scomoda» presenza: quella dei numerosi attivisti e frequentatori del centro sociale Rote Flora, da 25 anni spazio occupato del quartiere Schanze, attualmente sotto minaccia di sgombero. Tra le «colpe» del Rote Flora, oltre ad opporsi al proprio sfratto e quindi alla speculazione immobiliare che ne seguirebbe, c’è quella di essere al fianco dei migranti che da Lampedusa sono approdati ad Amburgo, scaricati dal governo italiano alla fine della cosiddetta «emergenza Africa» (il manifesto è tornato sulla vicenda il 10 gennaio): si tratta di rifugiati che chiedono di poter vivere e lavorare in Germania, ma che secondo le norme europee vigenti dovrebbero essere rispediti in Italia.

La fine della «zona rossa» è stata accolta con soddisfazione dall’opposizione amburghese. Per il capogruppo municipale dei Verdi «una tardiva ragionevolezza è pur sempre meglio di nessuna. Era necessario ed urgente che l’amministrazione della Spd ascoltasse la pressione dell’opinione pubblica e delle proteste creative, e revocasse questa misura». Proteste creative come una battaglia di cuscini, avvenuta domenica, che ha visto coinvolte centinaia di persone, a cui era seguita, ieri, una manifestazione di un migliaio di studenti.