Non c’è pace in Canada: l’enorme incendio scoppiato nella regione di Alberta continua a bruciare e, cresciuto per dimensioni, infuria attraverso la parte settentrionale della regione arrivando a nord di Fort McMurray, mettendo a rischio diverse strutture nella regione dove sono stati costretti ad evacuare il campo di estrazione di bitume grezzo di Athabasca.

Il giacimento di Athabasca a Fort Mc Murray è il più grande giacimento al mondo di bitume grezzo, tutta la zona è stata a lungo al centro di polemiche e strattonata tra la potenzialità economica che questa zona rappresenta e le istanze ambientalistiche visto che il giacimento è completamente circondato dalla foresta boreale, esattamente quella che sta bruciando in questi giorni.
«Madre natura continua ad esserci nemica» Ha dichiarato alla stampa Rachel Notley, premier della regione canadese; il fuoco, infatti, grazie alla temperatura, al vento favorevole e a un clima particolarmente secco, ha distrutto 335.000 ettari di terreno, compresi 665 posti letto appartenenti alla Horizon Nord Logistic, società che si occupa dell’estrazione del bitume. La società ha dichiarato che non ci sono stati feriti tra i lavoratori e tutti i membri del personale sono al sicuro, ma oltre alla paura sta salendo la rabbia.

A Fort Mc Murray si sta assistendo all’avverarsi della più nefasta delle profezie che gli ambientalisti avevano prospettato durante lo svolgersi degli anni, e c’è una ragione se la natura è diventata così nemica, come dice Notley.

La zona produce un’elevata emissione di Co2: questo ha collaborato nel cambiare la situazione ambientale: letemperature sono più alte di quanto dovrebbero, il clima è secco e non piove da molto, il numero degli incidenti è aumentato e quello che si sta svolgendo in queste ore è il più macroscopico.

Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, si è recato nella zona colpita e ad accoglierlo ha trovato una popolazione devastata. Parte delle persone, però, sono infuriate per via della noncuranza con cui sono stati accolti gli allarmi degli esperti di ambiente che avevano messo in guardia i politici nel continuare ad attingere risorse in modo invasivo e dannoso. A inizio maggio le temperature registrate nel nord della regione erano di 30 gradi, ben al di sopra della media stagionale, e tutti si aspettano che il neo eletto primo ministro di sinistra non prosegua sulla stessa strada di chi lo ha preceduto, ma che intervenga – al contrario – con delle politiche diverse, sviluppando risorse energetiche a basso impatto ambientale e che ricostruisca, ma non per ripristinare la situazione pre esistente e che ha portato a questo disastro.

Il fuoco in Canada brucia da due settimane, ha distrutto fino ad ora 24.000 acri di terreno, per sostenere gli abitanti colpiti dal disastro il governo e la croce rossa canadese hanno stanziato sostegni economici in attesa di una ricostruzione che non si sa bene quando potrà iniziare.
Conrad Sauve, amministratore delegato della croce rossa canadese, ha dichiarato che ogni adulto riceverà 600 dollari canadesi, ogni bambino ne riceverà 300, in quello che è stato definito il più importante e veloce trasferimento di denaro contante nella storia dell’organizzazione, per un totale di 50 milioni di dollari canadesi.

Questa cifra va ad aggiungersi ai 1.250 dollari canadesi per gli adulti e 500 dollari canadesi per ogni dipendente stanziati dal governo. Intanto la Nasa ha divulgato le immagini della colonna di fumo prodotta dall’incendio, e ha specificato che «I livelli di inquinamento atmosferico nei dintorni di Alberta rimangono a livelli pericolosamente alti. letture attuali li registrano a 38, in una scala dove 10 è già considerato pericolosamente alto».