«Il vostro coraggio è importante. Uniti possiamo aprire una nuova fase e cambiare l’Italia. Facciamo sentire la nostra voce, schierandoci dalla parte del lavoro. Facciamolo insieme. Ci vediamo a Roma». Inizia così la lettera inviata ieri dalla segretaria generale della Cgil Susanna Camusso ai 5 milioni e mezzo di iscritti al suo sindacato. Sono passati sette anni dall’inizio della crisi «e a pagarne il prezzo continuano a essere i lavoratori e le famiglie, i giovani e i pensionati, i precari, gli esodati, i disoccupati di ogni età» scrive Camusso. Responsabile di questo disastro sociale è la «politica del rigore che tra tagli lineari, interventi sul mercato del lavoro, blocco dei contratti, non dà lavoro e impoverisce le famiglie» oltre che mantenere in recessione il Paese. La stessa politica messa in campo dal governo Renzi che «insiste su un’idea di Italia che compete al ribasso, non scommette su innovazione, istruzione, ricerca, non scommette sul lavoro di qualità».
Fino a ieri la Cgil ha organizzato oltre 12 mila assemblee in tutto il paese e più di 3.500 iniziative di discussione e informazione sui territori sugli obiettivi della manifestazione di sabato 25 ottobre prevista a Roma. Sono stati prenotati 2.300 pullman, 7 treni straordinari, più i posti nei treni ordinari, una nave dalla Sardegna e centinaia di prenotazioni aeree. Per un totale di oltre 120 mila partecipanti, senza contare tutti coloro che si mobiliteranno dalla città di Roma e dall’intera regione Lazio. E gli studenti che partiranno dalla Sapienza e protesteranno contro il taglio da 300 milioni di euro all’università e contro quelli della scuola.

Parlando con i giornalisti prima di una manifestazione Cgila Poggibonsi, Camusso ha approfondito la sua critica della legge di stabilità: «È una manovra apparentemente costruita intorno all’idea di mantenere una riduzione fiscale per i lavoratori, per gli 80 euro». In realtà «se guardiamo viene ripagata in gran parte da maggiori introiti fiscali». «Penso alla manovra fatta sul tfr, che vuol dire che i lavoratori ci rimettono un salario che è già loro, penso al ritardo del pagamento – ha aggiunto Camusso – quindi agli introiti fiscali che da lì derivano e penso alle tante norme che man mano troviamo e che danno l’idea che intanto non è di semplificazione ma di complicazione». La manovra, da ieri sotto la lente del Quirinale e della Ragioneria di Stato, «sposta tutti gli effetti positivi sul versante delle imprese senza neppur proporre dei vincoli rispetto al tema degli investimenti e dell’occupazione». Si tratta di «un’elargizione di risorse a pioggia, che abbiamo già conosciuto nella storia recente del paese e che non hanno determinato nè risultati di innovazione nè di occupazione».

Gli 80 euro del bonus alle mamme annunciati da Renzi nella trasmissione di Barbara D’Urso non convincono Camusso: «Tutti sono contenti se se ne parla, ma se le stesse risorse le mettessimo sugli asili daremmo un servizio strutturato alle mamme e creeremmo anche lavoro». Ieri su Zic, il quotidiano autogestito online di Bologna, ha pubblicato la lettera di Clara, una ragazza che dice di avere subito molestie sessiste durante la manifestazione Cgil contro il Jobs Act organizzata nel capoluogo il 16 ottobre scorso. Tutto è iniziato dal colore dei capelli di Clara poi le molestie si sono fatte più pesanti: «Mi fischiavano dietro, mi fissavano il corpo e, assicurandosi che io potessi sentirli, si dispiacevano ad alta voce di quanto fosse un peccato che la mia gonna fosse larga e non potessero vedere la forma del mio culo». Le ha risposto su facebook la segretaria regionale Cgil Anna Salfi: «La Cgil è anche tua», non lasciare che «atti sessisti», «rigurgiti» iniqui, gettino ombre sulla «tua voglia di partecipare». «Sì, sono atti sessisti, ingiusti ed iniqui. E non è solo dispiacere, ma anche rabbia il sentimento di chi ti scrive».«Lottiamo insieme per superare anche questo».