L’accostamento imprenditori-eroi, proprio no. Almeno non in questo momento. Susanna Camusso non ha gradito per niente l’elogio del premier Matteo Renzi agli industriali di Modena, e ha voluto rispondere a tono: «Penso che gli eroi siano i lavoratori che continuano a lavorare nonostante ogni giorno si sentano più ricattati e tutti quelli che non prendono lo stipendio da mesi e mesi, ma continuano a recarsi sul posto di lavoro», ha detto la segretaria Cgil, sottolineando poi: «Definire eroi coloro che da tanto tempo in questo paese hanno smesso di essere la spinta propulsiva, non hanno investito, continuano a chiedere risorse, fanno poca iniziativa, mi sembra sbagliato».

Nuovo fuoco alle polemiche, ma è da segnalare anche il contesto: mentre Renzi incontrava per l’ennesima volta i rappresentanti delle imprese, dall’altro lato Susanna Camusso parlava a una delle categorie più esposte e precarie del mondo del lavoro, quella degli agricoli. A Roma, infatti, ieri hanno sfilato – contro il Jobs Act e per chiedere maggiori tutele, nuove leggi e investimenti – gli iscritti a Flai e Uila: braccianti, pescatori, operai delle industrie alimentari.

«Dove eravamo noi? – ha detto ancora Camusso, sempre più polemica verso Renzi – Eravamo davanti ai cancelli, nei campi, a Rosarno, a Castelvolturno, nei furgoncini per incontrare i lavoratori. Eravamo e siamo nei processi contro i caporali: senza i sindacati oggi non ci sarebbe una legge contro questa piaga, e tra le imprese che ne fanno uso noi non vediamo certo degli eroi».

Quindi l’invito al premier, perché quella legge contro l’intermediazione illegale di manodopera si completi: «Sarebbe giusto che a essere condannati fossero non solo i caporali, come accade oggi, ma anche le imprese che vi fanno ricorso», è la richiesta della Cgil.

Ma non basta, perché per Renzi arriva un altro “invito”: «Facci un regalo di Natale: vai a Ragusa a incontrare le lavoratrici che sono state costrette a pagare con il proprio corpo il loro lavoro». La segretaria Cgil si riferisce allo scandalo dei cosiddetti “festini agricoli” del ragusano, con le braccianti rumene costrette da padroni e caporali ad avere rapporti sessuali: umiliazione aggiunta a paghe da fame e contratti inesistenti.

Per fermare il caporalato, i sindacati chiedono anche «liste pubbliche e trasparenti dei lavoratori presso gli uffici di collocamento e le amministrazioni», in modo che le imprese non abbiano alibi per ricorrere agli intermediari illegali.

Susanna contro i due Mattei

Camusso ne ha anche per Salvini: «Ancora la Lega se la prende con i lavoratori immigrati, con frasi razziste. Sono persone sotto ricatto che lavorano duramente per il nostro Paese: la Lega chieda per loro condizioni dignitose».

Ma poi ritorna su Renzi: «Dietro le cene di mille euro, non ci sono forse i lavoratori che si occupano di darci carne di ottima qualità e sicura? Come si può parlare di made in Italy, di marchi di qualità, senza parlare anche della dignità del lavoro collegato a quei marchi?».

E per Natale, al premier e al Parlamento Camusso chiede un altro “regalo”, oltre a quello per le braccianti di Ragusa: «Stupiteci: nella legge di stabilità inserite gli stipendi dei lavoratori forestali, che da mesi non ne vedono. E poi basta con questo ritornello che non sono utili: è da quando sono stati tagliati che i corsi dei fiumi e i boschi non vengono più ripuliti, e per questo i danni di frane e alluvioni si sono moltiplicati».

Ancora, la Cgil chiede di ripensare la riforma dei voucher, «perché non è vero che estendendone l’uso dai più garanzie al lavoro»: al contrario, i lavoratori pagati con i voucher, soprattutto in agricoltura, rischiano di perdere tutele come maternità e malattia, per non parlare della disoccupazione, visto che di fatto escono da qualsiasi contratto. E infine: «No alla riduzione dell’articolo 18, perché se togli diritti perdono forza anche quelli che non ce l’hanno».

«Attenti che vi guastiamo l’Expo».

«Non è possibile che si metta su una vetrina dove tutto è bello e funziona, e dietro i lavoratori restino precari e mal pagati. Se Renzi non ci darà risposte, andremo a mostrare il brutto dell’Italia a tutti i consumatori del mondo. Porteremo le storie di sfruttamento all’Expo di Milano, guastando la festa». E così, se si prevedono le proteste dei tanti atipici – dallo stagista al lavoratore gratis – impegnati nelle strutture dell’esposizione universale, dalle parole di Stefano Mantegazza, segretario Uila Uil, si può anche inferire che qualche problema verrà pure dal mondo agroindustriale: quello che raccoglie, lavora e confeziona il protagonista di Expo 2015, ovvero il cibo.

Come già Susanna Camusso – che aveva detto: «Spero di riincontrare la Cisl» – anche la Uil lancia un messaggio al sindacato guidato da Anna Maria Furlan: «Avevamo prenotato questa piazza insieme, avevamo scritto insieme le parole d’ordine, e dovevamo portare tutti assieme le nostre proposte al governo. Poi voi vi siete sfilati, e non ne comprendiamo il motivo. Perché gli edili qualche giorno fa hanno potuto fare una manifestazione unitaria, e noi invece no?».

Il segretario Uila cita dal palco il titolo di ieri del manifesto: «Il Jobs Act non risolverà i problemi dell’occupazione: già lo ribattezzano Jobs crack. I voucher e il salario minimo indeboliscono il contratto nazionale. Noi chiediamo altro: gli 80 euro per pensionati e incapienti, il contratto del pubblico impiego, ammortizzatori reali per tutti». L’appuntamento, almeno per le sole Cgil e Uil, è allo sciopero generale del 12 dicembre.