L’allarme sul mancato finanziamento della cig in deroga è sempre più rosso: adesso, ha spiegato ieri la segretaria della Cgil Susanna Camusso, ci sono regioni che respingono i piani di cassa integrazione, costringendo di fatto le imprese a licenziare. Le promesse del governo sulla cig «non ci rassicurano», ha detto la leader della Cgil al Gr1 Rai.

«Innanzitutto perché – ha spiegato Camusso – andare alla legge di stabilità significa portare lavoratori che non hanno ancora ricevuto l’indennità a un anno di assenza, considerato che dobbiamo ancora chiudere il 2013». Insomma, non si può aspettare l’autunno ma si dovrebbe agire subito, con urgenza. In secondo luogo, spiega ancora la sindacalista, «perché oltre al dover trovare le risorse, il governo ci deve garantire e dire chiaramente che finché non entrano in vigore i nuovi ammortizzatori sociali, non ci sono restrizioni alla cassa integrazione e mobilità in deroga».

«Non si può intervenire sugli accordi già fatti – ha aggiunto Camusso – Non può essere che se si va al ministero dello Sviluppo economico si può avere la possibilità di fare accordi lunghi di deroga, e invece nel territorio no: non si possono creare differenze così consistenti. Non si può porre un tetto di 8 mesi a prescindere, come sempre gli ammortizzatori sociali devono essere legati ai piani e alle prospettive di ripresa delle imprese».

Infine, la denuncia più preoccupante: «Abbiamo segnali che le aziende stiano licenziando perché le regioni respingono le domande di accesso alla cig. Non è ancora un fenomeno molto ampio ma è da troppo tempo che si ventila la riduzione della cig in deroga, ed è sicuro che col messaggio mandato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sui tempi degli accordi, questo fenomeno si moltiplicherà», ha concluso Camusso.

Insomma non solo si deve finanziare urgentemente questo capitolo – «secondo me manca più di un miliardo», ha detto la segretaria della Cgil – ma si deve stare anche attenti al fatto che il previsto annullamento della cassa e della mobilità in deroga, già pianificato dalla riforma Fornero, non lasci i lavoratori senza ammortizzatori adeguati.

Lo stesso ministro del Lavoro Poletti ha annunciato che si farà una grande e generale riforma degli ammortizzatori sociali nel Jobs Act: la cassa ordinaria dovrebbe essere confermata, mentre per chi è uscito dal ciclo produttivo (auspicabilmente senza discriminare per tipo di categoria, azienda o contratto) si dovrebbe pensare a una sorta di sussidio universale. Al momento, è previsto l’Aspi: 8 mesi per i lavoratori sotto i 50 anni, 12 per gli over 50, e 14 per gli over 55 (nel 2015 e poi nel 2016 quest’ultima categoria arriverà a 16 e poi a 18 mesi).

Ieri Poletti ha ribadito che «dobbiamo trovare almeno un miliardo di nuove risorse per coprire gli ammortizzatori sociali e la mobilità in deroga per il 2014, e il governo lo farà insieme alle Regioni». «Per coprire gli oneri del 2013 che non erano stati finanziati – ha concluso – abbiamo dovuto usare una quota importante del 2014. Ma troveremo il modo per tutelare i lavoratori».