«La malattia dell’Europa si chiama non credere a nulla e pretendere di saper tutto». Così Albert Camus (1913-1960) scriveva profeticamente nel saggio Réflections sur la guillotine che conobbe un’articolata vicenda editoriale. Manès Sperber, amico di Malraux, decise di far tradurre in Francia Reflections on hanging (1955) che raccoglieva gli scritti che Arthur Koestler aveva dedicato al tema della pena di morte sull’«Observer» e chiese a Camus di comporre un testo da accompagnare a tale opera. Approntato all’inizio del 1957, il saggio apparve nei numeri di giugno e luglio della «Nouvelle Revue Française» per essere infine, nello stesso anno, accolto in...