Il decreto sull’emergenza ambientale all’Ilva e nella Terra dei fuochi è arrivato ieri alla camera per l’approvazione finale. A Roma c’erano anche le mamme del casertano e del napoletano che nei mesi scorsi hanno riempito la posta di Napolitano e papa Francesco di cartoline: le immagini dei loro figli e parenti morti di cancro il messaggio più duro per attirare l’attenzione sul disastro rifiuti in Campania. Ieri sono state ricevute al Quirinale dal presidente, ad accompagnarle don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano anti-roghi che ha partecipato alla protesta «Fiume in piena».

In aula però la Lega tuonava contro il via libera ai 50 milioni per Puglia e Campania destinati allo screening sanitario. Approvato anche l’invio dell’esercito nella Terra dei fuochi: 850 militari solo per il 2014. Il ministro Andrea Orlando ha difeso la misura, «non servirà a militarizzare il territorio», ma sa che le popolazioni hanno già sperimentato e non si fidano. Capitolo bonifiche: in Campania si utilizzeranno parte dei proventi dei beni confiscati alla criminalità. Per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti si accederà a risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero dell’Interno. Intorno alle 20 le votazioni non si erano ancora chiuse.
Intanto al Quirinale «mi deve promettere che non ci abbandona» ha chiesto una delle mamme a Napolitano, commosso fino alle lacrime al racconto del calvario dei bambini morti di tumore. Più di un’ora di colloquio, «il presidente ha preso appunti» hanno raccontato all’uscita. «Abbiamo altri bambini che vogliamo far crescere – spiegava Anna Magri -, le chiediamo di fare tutto quello che è nelle sue facoltà». All’improvviso le istituzioni si sono accorte dello scempio andato avanti dalla fine degli anni ’80 ma in Campania nessuno si fida: «Sono pronti a gettarsi a pesce sulle bonifiche quelli che ci hanno inquinato prima e che sono pronti a riciclarsi adesso – ha spiegato Don Patriciello -. Ho paura che la camorra si intrufoli ancora una volta. A noi non fa piacere che arrivino soldi a pioggia. Vogliamo che si intervenga in modo puntiforme per vedere il problema e risolverlo».

Siccome a qualcuno bisogna affidarsi, le mamme e Patriciello si sono affidati al presidente per vigilare sull’approvazione del decreto, che ha lasciato l’amaro in bocca a molti comitati sul territorio a partire dal ritorno dell’esercito fino alla bocciatura dell’emendamento (votato solo da M5s e Sel) che bloccava la costruzione di nuovi inceneritori. «La Campania ha pagato un prezzo altissimo per questo sistema industriale, bruciando pure i rifiuti delle imprese in nero. E’ un sistema che non può reggere più, bisogna badare alla nazione», ha aggiunto Patriciello.