La notifica della sospensione di Vincenzo De Luca, governatore della Campania eletto ma non insediato per effetto della legge Severino, è arrivata ieri alle 13: gli uffici del consiglio regionale sono stati aperti proprio per permettere al consigliere anziano, Rosetta D’Amelio del Pd, di recepire la comunicazione inviata dalla prefettura di Napoli.
La macchina si è messa in moto venerdì sera: al temine del consiglio dei ministri Matteo Renzi aveva annunciato di aver siglato la sospensione. Niente decreto interpretativo, come pure aveva suggerito l’Avvocatura dello stato, per permettere al governatore di nominare giunta e vice al riparo da ricorsi. «Ho firmato come previsto dalla Severino – aveva spiegato il premier -. La norma presenta diverse interpretazioni: non c’era l’ineleggibilità ma la necessità della sospensione. Il governo ha seguito l’iter corrispondente alla legge. Con questo finisce il nostro lavoro. Firmata la sospensione come richiesto dalla legge, si pone un problema interpretativo ma sarà De Luca a dover valutare gli atti. Ha la possibilità anzi il dovere di fare la giunta, ma la valutazione tocca a lui».

Renzi si è quindi tirato fuori dal caos campano, rigettando la palla nel campo dell’ex sindaco di Salerno: difronte al rischio di venire subissato da polemiche e denunce, ha mollato il problema alla dirigenza campana. Una mossa inaspettata, che ha spiazzato il partito locale e il governatore. Ieri sui social network Umberto De Gregorio, consigliere di De Luca, ha commentato: «Se la politica ha paura di decidere, non resta, ancora una volta, che far decidere la magistratura. Ma non è un bello spettacolo».

Da venerdì gli avvocati sono a lavoro per affrontare uno scenario diverso da quello atteso. Per domani è convocato il primo consiglio regionale, all’ordine del giorno c’è l’esposizione del programma di governo da parte del presidente della giunta ma non è chiaro se De Luca possa mettere piede in aula per illustrarlo. Secondo i 5Stelle, e i loro avvocati che hanno presentato diversi esposti, non potrebbe varcare l’uscio del Centro direzionale. I dubbi ci sono visto che anche l’ufficio di presidenza sta studiando la questione (non esiste un precedente in Italia).

I legali di fiducia del governatore stanno esplorando due possibilità. De Luca potrebbe scegliere la via muscolare: basandosi sul parere dell’Avvocatura dello stato, in cui è scritto che può nominare giunta e vice (che entrerebbe in carica al suo posto), potrebbe procede domani a formare la squadra di governo, quindi uscire dall’aula. Depositato il ricorso di urgenza al tribunale ordinario contro la sospensione, si tratterebbe solo di attendere un esito scontato dopo la pronuncia sul caso de Magistris (sulla Severino pende il giudizio della Consulta previsto a ottobre). Naturalmente le opposizioni farebbero nuovi ricorsi avvitando la legislatura in un circolo infernale di carte bollate.

L’altra strada, suggerita tra le righe dallo stesso Renzi venerdì, passerebbe per un rinvio della seduta, la presentazione del ricorso d’urgenza e, solo dopo aver incassato la sospensione della sospensiva, procedere con le nomine. Una via meno tortuosa che però lascerebbe la regione ancora per circa una settimana senza alcuna direzione, visto anche che l’ex inquilino, Stefano Caldoro, ha diffidato i dirigenti dal compiere atti, paralizzando di fatto gli uffici. Poi entra in gioco anche il carattere: non ci sono state dichiarazioni ufficiali, ma il governatore ieri mattina è sbottato: «Vado avanti, l’unica legge ad personam è la Severino. Lunedì sarò in aula, nominerò il vice».

Le opposizioni tornano all’attacco: «Renzi e De Luca hanno truffato i cittadini italiani – dichiara Renato Brunetta -. De Luca non potrà mettere piede in aula e men che mai presentare la giunta. Siamo alla paralisi istituzionale annunciata e pervicacemente perseguita da Renzi, De Luca e il Pd». Duro anche il vicepresidente 5S della Camera, Luigi Di Maio: «La Campania piomba nel caos istituzionale come avevamo previsto. Da lunedì ci sarà un consiglio regionale nuovo senza la giunta regionale per chissà quanto tempo. Dobbiamo andare subito al voto». Chiede il ritorno alle urne anche Sel con Arturo Scotto: «Renzi non ha avuto la forza di fare un decreto ad personam. Sarebbe stato un atto gravissimo. Scegliendo la strada di sospendere De Luca, ha nei fatti stabilito che la Campania è senza governo. A questo punto meglio restituire la parola ai cittadini piuttosto che infilarsi in un calvario di carte bollate, diffide e ricorsi».