Dopo settimane spese a dire che «in Lombardia non c’è alcuna anomalia» nell’approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali che «è pari a quello di altre regioni», il presidente lombardo, Attilio Fontana, ha vuotato il sacco: gli acquisti del Pirellone, in capo ad Aria – l’agenzia regionale finita nell’occhio del ciclone per l’affaire camici -, sono paralizzati e vaccini non ce ne sono più.
MOTIVO? «LA PAURA di nuove inchieste». Un tentativo paradossale del governatore di giustificare una gestione fallita, non solo della campagna antinfluenzale (sarebbe da dire: magari!), ma di tutto il comparto sanitario.
Il presidente leghista, che pur aveva provato a spiegare che la Regione avrebbe fatto «tutti gli sforzi necessari per garantire il farmaco a quanti ne avessero avuto diritto», si è trovato a dover ammettere quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: la campagna vaccinale è al palo. Ma le Ats lo avevano già comunicato ai medici di base da alcune settimane, tant’è che il 27 novembre scorso, a campagna più che inoltrata, era stata indetta con modalità d’urgenza la dodicesima procedura negoziata per reperire 700 mila dosi.
LA GARA, chiusa solo tre giorni dopo, il 30 novembre, e andata deserta, aveva un valore di base di 9 milioni, aumentabile di un milione e 800 mila euro. Nella gara stessa si precisava, che era stato necessario seguire una procedura d’urgenza poiché quelle ordinarie non erano state «in grado di garantire l’approvvigionamento». «Mi assumo tutte le responsabilità» derivanti da un acquisto di vaccini «a trattativa privata, superando l’obbligo della gara pubblica», ha scritto Fontana in una lettera preparata dai suoi legali e indirizzata ai pm di Milano.
Lettera che – stando alle intenzioni dichiarate – servirebbe a mettere «a conoscenza i giudici» dello stallo negli acquisti. In particolare quello di 350 mila dosi in trattativa privata (cioè fuori da gara d’appalto pubblica) da una società svizzera. Aria si rifiuterebbe di procedere per «timore di nuove indagini».
Anche se l’intervento di Fontana presso i pm è stato presentato come «tentativo di rassicurare l’agenzia sulle eventuali responsabilità» che il governatore si sarebbe assunto – come spiega il pool di legali del governatore – i fatti dimostrano che Fontana sta mettendo le mani avanti per salvare l’ultima foglia di fico rimasta per sé e per Gallera.
L’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ da parte del leghista, comunque, è un inedito da inizio pandemia, visti i ripetuti «il modello Lombardia funziona» e «la colpa è del governo», e nasconde un camuflage ad hoc per l’inefficienza di Aria, società a capitale pubblico nata nel 2019 per volere della giunta di centrodestra, che ha inglobato tre società di Regione Lombardia, RCA (Azienda Regionale Centrale Acquisti S.p.A.), Lispa (Lombardia Informatica S.p.A) e Ilspa (Infrastrutture Lombarde S.p.A.), il cui obiettivo doveva essere snellire i procedimenti d’acquisto e che invece si è trasformata, a detta dell’opposizione, in un maxi carrozzone. A guida Lega.
«Invece di preoccuparsi delle indagini, se fossi nella giunta Fontana mi concentrerei sul fallimento della nascita di Aria e delle responsabilità dell’assessore leghista Caparini che ha condotto questa operazione (in accordo con Gallera?)», è stato il commento del consigliere regionale Pd Pietro Bussolati.
INTANTO, LA PROCURA di Milano non sembra aver gradito le accuse, neanche troppo velate, del Pirellone, di ostacolare la pubblica amministrazione: «La magistratura – ha commentato il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli – ha il ruolo di verifica della legalità dell’azione amministrativa in relazione all’eventuale commissione di reati, non ha alcun ruolo nell’esercizio esclusivo della pubblica amministrazione» come l’approvvigionamento dei vaccini.