La sostituzione delle seconde dosi del vaccino AstraZeneca con dosi Pfizer o Moderna sta costringendo le regioni a rivedere i piani di vaccinazione. Le regioni devono ora riservare una parte delle dosi a Rna a chi, avendo meno di 60 anni, aveva ricevuto una dose del vaccino inglese. Il problema è che i vaccini vengono consegnati alle regioni in proporzione alla popolazione, e ora potrebbero non bastare a coprire i buchi lasciati dalle nuove indicazioni.

Le regioni che hanno corso di più nelle somministrazioni AstraZeneca hanno due possibilità: tirare il freno per limitare le dosi Pfizer e Moderna alle seconde dosi, oppure fare pressione sul commissario straordinario Figliuolo affinché aumenti le forniture. Ma per dare più dosi a una regione occorre sottrarne a chi ha avuto il torto di rispettare le indicazioni Aifa, che sin dall’8 aprile raccomandavano il vaccino AstraZeneca in via preferenziale agli over 60. Con il rischio di una competizione tra i governatori per accaparrarsi le forniture.

In totale, 990 mila persone con meno di 60 anni hanno ricevuto una dose di AstraZeneca e attendono la seconda a Rna. Questi casi si aggiungono a quelli che hanno ricevuto un vaccino a Rna come prima dose e attendono la seconda, pari a circa 10,5 milioni di persone. Le scorte di vaccini a Rna attualmente ammontano a solo 1,3 milioni di dosi.

LA DISTRIBUZIONE sul territorio delle nuove persone da vaccinare con Pfizer e Moderna è molto diseguale. Nel Lazio, dove si è fatto un uso più massiccio di AstraZeneca negli open day per gli under 60 nonostante le linee guida Aifa suggerissero il contrario, ci sono ben 235 mila persone in questa situazione, il 23% del totale nazionale. La regione è quella che ha usato più estesamente (il 52%) il vaccino AstraZeneca negli under 60.

Segue la Lombardia, dove 187 mila under 60 hanno ricevuto una sola dose di AstraZeneca. In Campania, in questa situazione si trovano 103 mila under 60. Spicca il caso della Calabria, in cui ci sono ben 81 mila persone destinate al mix vaccinale, tantissime per una regione con circa 2 milioni di abitanti. Tra le regioni più grandi, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto sono quelle meno in difficoltà, con trentamila persone circa da inserire nelle liste dei richiami a Rna in ciascuna regione.

PRESO ATTO DEI BUCHI che si sono improvvisamente aperti nella campagna, il commissario Figliuolo corre ai ripari: «Stiamo riprogrammando insieme alle Regioni, dando supporto nelle riprenotazioni e andando a bilanciare con riserve strategiche» spiega l’alpino. «Abbiamo bilanciato con undici regioni per mitigare i disagi ai cittadini». Una di queste è la Lombardia: «C’è stata una generica rassicurazione del generale Figliuolo il quale ha detto che si cercherà di dare una risposta alla legittima richiesta di aumentare le inoculazioni di Pfizer e di Moderna» dice ora il presidente Attilio Fontana, che prevede qualche ritardo per rimodulare la campagna: «Dovremmo recuperare nello spazio di al massimo due o tre settimane, non di più». Anche il governatore ligure Toti ammette che le nuove indicazioni metteranno in difficoltà la sua regione: «Saranno circa 15 mila in meno i vaccini anti covid somministrati settimanalmente in Liguria dopo la rimodulazione delle dosi AstraZeneca». Ringrazia Figliuolo il governatore della Basilicata Vito Bardi. «Già domani (oggi, ndr) arriveranno in Basilicata 5.880 vaccini Pfizer in più rispetto alle consegne programmate». Il presidente della Toscana Giani invece si dice tranquillo: «Si riesce a continuare la vaccinazione nonostante la situazione relativa ad AstraZeneca, con la necessità da parte nostra di provvedere con i vaccini Pfizer già tutti programmati anche per il richiamo AstraZeneca under 60».

ORA CHE I GOVERNATORI hanno bisogno di aiuto da Roma, la voglia di ribellarsi sembra passare a tutti. Rientra persino il caso-De Luca, il più restio al mix: anche in Campania i vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson saranno somministrati solo sopra i 60 anni di età, annuncia una nota della regione. A far cambiare idea al presidente della Campania è stato il parere ufficiale sul mix vaccinale emesso lunedì dall’Aifa e ribadito in una lettera giunta a Napoli dal ministero della salute. Nell’annunciare il riallineamento alle direttive nazionali, De Luca non ha perso l’occasione per una frecciata alle autorità sanitarie: «Le vicende degli ultimi giorni convincano tutti della necessità di porre fine al caos comunicativo e informativo sui vaccini. È indispensabile parlare con una voce sola» ha dettato in una nota, «così come avviene in ogni paese civile».