Il Pd di Enrico Letta, insieme ai socialisti europei, spinge per battere finché è caldo il ferro della nuova Europa: quella degli investimenti, del debito comune, dello stop all’austerità. E per raggiungere questi obiettivi- «non ci devono essere tabù, anche lo stop del patto di stabilità era considerato impensabile», avverte David Sassoli- Letta con Romano Prodi, Emma Bonino e altri big italiani e stranieri ( da Paolo Gentiloni a Enzo Amendola, Frans Timmermans e Sergei Stanishev) preme perché la Conferenza sul futuro dell’Europa (che parte il 9 maggio) diventi l’occasione per iniziare a ripensare i Trattati, sotto la spinta popolare.

In modo da superare una volta per tutte la regola dell’unanimità e il diritto di veto. «Nessun condominio potrebbe funzionare se un singolo condomino avesse il potere di bloccare ogni decisione», ricorda Letta al termine di una mattinata di convegno sull’Europa del futuro organizzata da Pd e Pse. «Questa battaglia per togliere la regola dell’unanimità certo necessiterà cambiamenti di trattati».

Proprio questa modifica- sempre attesa e sempre rinviata- preoccupa un’europeista doc come Bonino, che la paragona a un «elefante nella stanza», ospite ingombrante di ogni discussione sul futuro della Ue. «Sono molto preoccupata della Conferenza sul futuro dell’Europa, non solo per la governance che è pletorica, maaanche perché dalle audizioni fatte il punto chiave è “non si toccano i trattati”», spiega Bonino.

«Se non si supera il vincolo dell’unanimità avremo preso in giro i cittadini, non si può andare avanti con le cooperazioni rafforzate, l’Italia deve porre il problema». Frena il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «I trattati non sono all’ordine del giorno della conferenza, l’obiettivo è ascoltare i cittadini». Richiesto di un’opinione, Di Maio spiega però che la necessità di superare l’unanimità c’è, in particolare sul fisco e in politica estera.

Romano Prodi insiste: «Ora è il momento di prendere slancio e lasciare da parte la demoralizzazione. La Conferenza dovrà pensare a come rinnovare l’ambiente o a come sostenere le nostre società, ma dovrà trovare gli strumenti per raggiungere questi obiettivi: occorre rifare i trattati e porre fine all’unanimità. Capisco che dico cose che non sono semplici ma o diamo voce ai nostri sogni o non li realizzeremo mai».

Alla vicesegretaria del Pd Irene Tinagli (europarlamentare) tocca indicare alcuni obiettivi concreti del gruppo Socialisti e democratici: «Il Next Generation è uno strumento temporaneo. Servono degli strumenti permanenti di sostegno agli investimenti per la transizione ecologica; un vero bilancio europeo che dovrà essere accompagnato da risorse proprie e da un sistema fiscale europeo. In terzo luogo occorre rivedere le norme del Patto di stabilità e possibilmente farlo prima che scada la clausola».

«Dopo la pandemia abbiamo bisogno della partecipazione popolare, larga, dalle scuole ai Parlamenti, per creare uno spazio pubblico europeo in cui si rianima un progetto decisivo», dice Sassoli.

Letta è ottimista sull’esito della conferenza, una sorta di mega sondaggio lungo oltre 6 mesi che darà voce a tutti i cittadini che lo vorranno sulle priorità dell’Ue: «Nel passato non esisteva un contributo che arrivava dal basso e tutto si svolgeva fra Stati e cancellerie. La piattaforma che è stata creata per la partecipazione dei cittadini è una rivoluzione vera e propria, i cittadini sono più avanti dei dirigenti». Letta crede molto in questa opportunità, un’occasione storica per la sinistra che sui temi dell’integrazione europea deve smettere di giocare in difesa».