Si chiama «Call to Action» la nuova funzione della piattaforma Rousseau del M5S rivolta agli attivisti. Doveva essere presentata ieri, ma a causa di impegni in aula l’annuncio ufficiale è saltato. Ma tutto è pronto per il taglio del nastro virtuale. E il fatto che «Call to Action» abbia occupato buona parte degli incontri romani di questi giorni di Davide Casaleggio testimonia che il lancio dell’applicazione ha un significato tutto politico: serve a controllare meglio la base e al tempo stesso a rilanciare la pace interna ai 5S.

Casaleggio e Grillo l’hanno detto a più riprese: «Bisogna incentivare gli iscritti a utilizzare Rousseau». Il sistema operativo del Movimento verrà propagandato attraverso incontri formativi, post sul blog, video-lezioni. Da tempo nel mondo pentastellato si percepisce la necessità di superare la vecchia struttura basata sui MeetUp, i forum spontanei degli albori del grillismo ritenuti troppo poco controllabili, quando non in aperta contraddizione coi big del M5S che stanno in parlamento. Rousseau, in fondo, è nato anche per questo. La piattaforma pensata più per mettere in contatto gli eletti che per creare dibattito e massa critica dal basso, adesso ingloba i nodi locali. Fedeli agli insegnamenti dei monopolisti digitali, alla Casaleggio hanno deciso di inglobare i forum di discussione e portarli dentro le mura di cinta del sistema operativo proprietario.

In questi giorni a Roma c’erano anche Max Bugani, consigliere bolognese e responsabile nazionale di Rousseau, ed Enrica Sabatini, consigliera comunale M5S a Pescara e responsabile della sezione e-learning del sito. Ma a presentare «Call to Action» dovevano essere Alessandro Di Battista e Roberto Fico. Non è un caso che quest’ultimo, considerato l’antagonista di Luigi Di Maio e poco felice della svolta dura sui migranti, sia stato chiamato a metterci la faccia. La sua apparizione avrebbe fatto il paio con l’ostentatissimo (sui social) riavvicinamento tra Grillo e Roberta Lombardi. La parlamentare romana grande nemica di Virginia Raggi avrebbe ricevuto l’ok dal grande capo in persona per la candidatura alla presidenza della Regione Lazio, ipotesi che la sindaca di Roma aveva accolto con gran freddezza solo qualche giorno fa.

Intanto si apprende che ci sono quasi tutti i deputati regionali siciliani uscenti del M5S tra i 62 attivisti grillini scelti ieri proprio sulla piattaforma Rousseau come candidati all’Assemblea regionale. Mancano i deputati Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca: rinviati a giudizio per l’inchiesta sulle firme false a Palermo hanno deciso di non ricandidarsi per un seggio a Palazzo dei Normanni. La scelta del candidato alla presidenza della Regione verrà fatta nei primi giorni di settembre, con un grande evento alla presenza dello stato maggiore del M5S. Il gran favorito è Giancarlo Cancelleri. Poi sarà la volta delle votazioni online per il candidato premier. Se la pace interna dovesse tenere a sfidare Di Maio ci sarà solo uno sparring partner.