La Serie A stavolta gira pagina. La media company che verrà creata per la gestione dei diritti televisivi e commerciali – non solo del prossimo triennio ma di almeno un decennio – apre all’ingresso nel capitale dei fondi di investimento. Un segnale di netta discontinuità con il passato certificato questa mattina durante l’attesa assemblea di Lega delle 20 società di A: con sorpresa, all’unanimità è arrivata la decisione di schiudere le porte del business dei diritti tv a un fondo, che con ogni probabilità entrerà con il 10% delle quote della futura media company della Lega. Dunque, i club che cedono porzioni di sovranità in cambio di un fiume di denaro che alza il valore complessivo dei diritti televisivi della massima serie. Un colpo di scena: fino a poche ore prima c’era la contrapposizione tra un blocco di cemento, Juventus, Inter, Milan, Torino, Roma, Fiorentina a sostegno del progetto voluto dal presidente della Lega di A, Paolo Del Pino e l’asse con a capo Claudio Lotito, presidente della Lazio, fiero oppositore all’ingresso di un fondo nella gestione della torta dei diritti tv a fare pressing su un arcipelago di club (Atalanta, Udinese, Genoa, le neopromosse Crotone e Benevento) dubbiosi sulla novità copernicana che potrebbe sfilare potere alle società.

IN MEZZO c’era Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, che spingeva per l’arrivo di un colosso della private equity ma con un contributo tecnico, non finanziario, senza concedere potere a una figura terza, visto che i diritti tv sono un prodotto esclusivo dei club e privilegiando invece la realizzazione di un canale tv della Lega di A. Insomma, un quadro composito, prima dell’assemblea. E invece, tutti uniti, vince Del Pino, vincono le grandi del Nord, con un passo indietro dello stesso Lotito. Ma era contrario anche un altro ex pezzo grosso del calcio italiano, Adriano Galliani, ex general manager del Milan, ora al Monza, con una lettera si era detto contrario all’arrivo del capitale dalla private equity. Sarà dunque la newco che sarà creata a sedersi al tavolo per la vendita dei diritti televisivi già del prossimo triennio con i broadcaster interessati.

NESSUNO SPAZIO per offerte di tipo misto e da quelle di finanziamento, ora va solo definito il prescelto, decisione che sarà presa più avanti, dopo aver esaminato i pacchetti. Due le offerte: la cordata formata da CVC, Advent e Fsi e quella costituita da Bain Capital e NB Renaissance. CVC ha messo in campo una proposta da 1,625 miliardi di euro (per il 10% delle azioni), già pronti a essere versati nelle casse dei club. Bain risponde con 1.35 miliardi (sempre per il 10% delle azioni della newco) più una componente variabile al raggiungimento di determinati obiettivi, con un minimo garantito che salirebbe a 1.5 miliardi dopo la vendita effettiva dei diritti anche se la somma sarà inferiore.