Un male oscuro si annida nei gangli nervosi dei calciatori professionisti, è così cupo che preferiscono tenerlo nascosto. Non ne parlano con nessuno, per non essere messi alla berlina da un mondo, come quello del calcio, che della denigrazione e delegittimazione dell’avversario ha fatto il suo asse portante, e dei propri beniamini in campo l’esaltazione sconsiderata. I calciatori possono contrarre infortuni, ritrovarsi da un momento all’altro con una frattura della tibia o con la rottura dei legamenti crociati, ma non possono contrarre malattie nervose, che proprio l’ambiente calcistico determina. Nell’ultimo anno è successo al difensore dell’Inter Ranocchia, sul quale pende...