I nuovi casi positivi al Covid-19 sono 1.739, non si registravano dal 10 marzo, prima che la curva si impennasse fino a quasi settemila test positivi al giorno. In parte è «merito» del fine settimana, in cui l’attività diagnostica si è dimezzata – solo 32 mila tamponi ieri, erano stati oltre 65 mila venerdì scorso. Infatti il numero dei decessi, che non rallentano nel weekend, è ancora di 333 morti nelle ultime 24 ore.

In netto calo anche i nuovi casi in Piemonte, 278, e in Lombardia, 590, mentre rimane attivo il focolaio ligure (154 nuovi casi). «Il trend, al di là di flessioni dovute al weekend, indica un progressivo decremento dei morti e dei casi di infezione», ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro nel presentare i dati ai giornalisti come ogni lunedì».

L’incontro con la stampa insieme al capo della Protezione Civile Angelo Borrelli è stata l’occasione per chiarire la prospettiva degli esperti. Dalle parole di Conte si è capito che il Comitato tecnico scientifico ha puntato i piedi contro un ritorno più rapido alla vita normale. «Finché non riusciremo a raggiungere l’immunità di gregge attraverso un vaccino sarà difficile immaginare di tornare ad avere contatti stretti, questo è un dato obiettivo e una prospettiva a cui ci stiamo adattando», ha gelato tutti Brusaferro, che non si è smosso nemmeno davanti al confronto con quanto pianificano gli altri governi.

«Guardando Paesi simili a noi come Spagna, Francia, non stanno facendo politiche molto diverse dalle nostre, vediamo quando si aprirà che aperture si faranno in concreto». E la Svezia? «Ha fatto scelte molto diverse», ha detto «ma ha una situazione demografica e una densità abitativa molto differenti dalle nostre, è un paese molto giovane, con una popolazione molto dispersa ed è difficile fare un confronto».

La cautela e l’assenza di un progetto per la scuola dipendono forse dalla totale assenza di donne nel Comitato degli esperti che assiste il governo: saranno soprattutto loro a sobbarcarsi il peso di una fase 2 in cui la scuola è del tutto trascurata. Borrelli però ha scaricato la responsabilità: «Nel Cts purtroppo i rappresentanti sono individuati nella carica che ricoprono, come ad esempio per il capo della Protezione civile e per il presidente dell’Iss», ha detto.

«Se fossero stati donne avremmo avuto nel Cts una componente femminile adeguatamente rappresentata». Ma nel comitato figurano anche esponenti non istituzionali, come i medici del Gemelli e del Bambin Gesù di Roma, per i quali si potevano fare scelte diverse.
Più si irrigidisce l’atteggiamento del governo per la fase 2 e meno le regioni appaiono disposte ad allinearsi. Sono diverse quelle che stanno rifacendo il calendario a modo loro. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Liguria permettono il take away per il cibo, mentre in Toscana possono riaprire le aziende dei distretti tessili. In Lombardia da mercoledì via libera ai mercati alimentari scoperti. In Veneto sarà anche possibile raggiungere seconde case e barche da diporto, per chi ce l’ha.