La Calabria ormai è terra di conquista della destra. Gli unici fortini marittimi da prendere restano Crotone e Reggio. Lo sa bene Matteo Salvini che in questa sua estate triste e solitaria ha sfoderato un raro sorriso quando gli dissero che la nomination a sindaco della città dello Stretto sarebbe spettata alla Lega. E così di buon mattino inizia un tour lungo le coste di Calabria. La strada non pare lastricata di ostacoli. Almeno in terra pitagorica.

A Crotone, un tempo bastione operaio e luogo iconico per la sinistra italiana, il Pd ha rinunciato persino a presentare il simbolo. Un inedito per un capoluogo di provincia. E così il capo della Lega ha buon gioco a dire: «Non ci sono perché hanno paura di noi». Sul molo del porto vecchio, davanti a lui però poche persone. Molti di più i contestatori di «Crotone si sLega». E’ un arcipelago di associazioni e movimenti che avevano offerto uno scenario alternativo ai dem e agli altri cespugli della sinistra.«Noi ci abbiamo provato sintetizza Filippo Sestito, presidenza nazionale Arci e animatore dei movimenti locali – avevamo offerto la discontinuità nei nomi e una proposta di rottura. Ma ci hanno detto che siamo troppo di sinistra e loro volevano costruire una coalizione aperta ai moderati per vincere le elezioni». Le elezioni il Pd non le vincerà. Diviso in gruppi e sottogruppi, non è riuscito a mettere 32 nomi in colonna in una lista elettorale. Spazio dunque alla corazzata di 10 liste del centrodestra che candida Antonio Manica (Forza Italia). La città torna al voto dopo le dimissioni del sindaco, Ugo Pugliese (centrista) per un’inchiesta giudiziaria.

E così come in una tabella pitagorica, ogni quattro anni Crotone torna alle urne in concomitanza alla promozione nella serie A calcistica. Era già accaduto nel 2016. E’ davvero uno strano gioco del destino. La città più povera d’Italia che si ritrova tra le grandi nella quinta industria nazionale. Ma quattro anni fa l’aria era di festa. La respiravi negli “stretti” del centro storico e nel lungomare affollato. Oggi la musica è diversa. Pare che Crotone non sappia gioire neanche sugli allori del “dio pallone”. Poche bandiere ai balconi, un’atmosfera dimessa. La pandemia e le elezioni anticipate, con tanto di commissario prefettizio, hanno fatto il resto.

A fronteggiare la destra, i neocentristi dell’amministrazione uscente riuniti intorno all’ingombrante figura di Enzo Sculco (ex segretario regionale Cisl), che propongono Danilo Arcuri, tessera Pd ma osteggiato dai dem. E poi altri due candidati a sindaco di derivazione grillina. I 5 stelle ufficiali presentano l’ex capogruppo Andrea Correggia. I dissidenti che occhieggiano a Alessandro Di Battista, dopo aver imbarcato pezzi della destra locale avanzano la candidatura di Enzo Voce.

Più combattuta pare la contesa a Reggio Calabria. Anche qui Salvini si dice sicuro della vittoria. «Sarà il sindaco del Ponte», ha detto. E l’uomo del Ponte lo è andato a pescare proprio a Genova. Non fidandosi del suo partito in terra di Calabria è volato in Liguria. Ha chiesto e ottenuto la disponibilità di Nino Minicuci a candidarsi. Ex segretario comunale del capoluogo ligure, ancor prima della provincia di Massa e Carrara, è insomma il burocrate che dovrà perseguire un solo obiettivo: il Ponte sullo Stretto. Con buona pace dell’ampia letteratura squadernata dai No Ponte che ha mostrato in questi anni le criticità ambientali, paesaggistiche, sismiche ed economiche della grande opera. Basti ricordare l’ingloriosa fine della società Stretto di Messina, costituita nel 1981, controllata da Anas e posta in liquidazione. Ma per il capo della Lega è diventata una fissazione. Tanto che nel simbolo della lista Minicuci sindaco si intravede l’infrastruttura che vorrebbe unire Calabria e Sicilia.

Il sindaco in carica è Peppe Falcomatà (Pd) alla guida di 11 liste. Esce malconcio da sei anni di amministrazione che non hanno sanato i buchi di bilancio, ma li hanno aggravati. Politicamente pesano i cambi di casacca che ne hanno indebolito la forza e una inchiesta giudiziaria che a giugno ha investito il vicesindaco e alcuni assessori. I grillini candidano il medico Fabio Foti. Mentre l’outsider a sinistra è l’educatore Saverio Pazzano (movimento La Strada). Ha curato per molti anni percorsi educativi e di cooperazione internazionale in Africa e Amazzonia. Ha condotto percorsi di animazione di strada e di animazione di comunità in varie città d’Italia, in particolare a Napoli. E il sindaco partenopeo Luigi de Magistris ha offerto pieno sostegno alla sua candidatura.