La Calabria deve tornare alle urne ma c’è incertezza sul quando, anche causa pandemia. L’unica certezza è che, nelle more, a guidarla sarà Antonino Spirlì detto Nino, da Taurianova, giornalista, autore di format tv, scrittore, teatrante, ultracattolico e nostalgico del Duce. Il blog, che cura da anni su Il Giornale.it è un distillato della peggior destra reazionaria e bigotta, tra peana del Ventennio («Sono fascista perché voto a Destra? Perché non cancello venti lunghissimi anni di Storia Patria? Perché, per me, Benito Mussolini resta Lo statista?…»), attacchi contro il 25 aprile («una giornata maledetta dalle urla di migliaia di famiglie, colpevoli e innocenti, che chiedono giustizia e vendetta…»), bordate contro l’immigrazione («non mi piacciono le invasioni incontrollate di stranieri, gli accampamenti degli zingari…»).

Dopo un inquieto girovagare negli altri partiti di destra (prima Fi e poi Fd’I) nel 2018 ha aderito alla Lega. E Salvini lo ha voluto con sé a Catania nel suo show preprocessuale. Spirlì è stato il vero mattatore della kermesse etnea. Dal palco, pur dichiarandosi «omosessuale a tempo perso», si è scagliato contro «il politicamente corretto»: «Ci stanno cancellando le parole di bocca: dirò negro, zingaro e frocio finché campo». L’Anpi e l’opposizione ne hanno chiesto le dimissioni. Inviti subito rispediti al mittente.

Ora Spirlì inaspettatamente si trova a capo della regione e la Lega per qualche mese potrà così guidare una terra del sud. Anche se, considerato il personaggio, il Carroccio già si mobilita per dargli supporto: pronto un team che lo affiancherà, guidato dal responsabile enti locali Walter Rauti. Spirlì, «costernato» per la scomparsa della presidente, guarda avanti: «Non saranno giorni semplici quelli che ci vengono incontro, ma faremo di tutto per non disperdere il suo patrimonio umano, politico e amministrativo».