Poteva essere una strage. Sino a un’ora e mezza prima del disastro, la palazzina a due piani in via Trentino crollata alle 21.45 dell’altro ieri era piena di studenti e professori. Finite le lezioni, i portoni sono stati chiusi alle 20.15. Quando tutto è venuto giù dentro non c’era nessuno: così hanno confermato le ricerche condotte dai Vigili del fuoco sino a tarda notte. Cani e droni non hanno trovato tracce che potessero far pensare alla presenza di qualcuno rimasto sotto le macerie. L’edificio, costruito negli anni Cinquanta, fa parte del polo umanistico dell’università di Cagliari.

IN ORIGINE ERA LA SEDE della facoltà di Geologia. Al primo piano gli spazi per le lezioni, al piano terra l’aula magna. A partire da quest’anno accademico il caseggiato è stato assegnato al corso di Lingue, la cui attività didattica è ora nel caos. Ieri mattina dagli uffici del rettorato è arrivata la comunicazione della sospensione di tutte le lezioni, che potranno riprendere da lunedì prossimo, ma solo on line. Gli studenti hanno risposto radunandosi in 200 nella sede storica dell’università, nel quartiere di Castello: un presidio davanti al rettorato per chiedere spiegazioni sul crollo dell’edificio e per protestare contro la precarietà delle strutture. Nel pomeriggio hanno occupato ad oltranza l’aula magna. «Non ce ne andremo sino a quando non avremo risposte convincenti. Non è vero, come ha dichiarato il rettore, che quanto è accaduto è un fulmine a ciel sereno – dicono -. Da anni studiamo in edifici vecchi e maltenuti. È inammissibile rischiare la vita per poter seguire le lezioni». Ragazze e ragazzi chiedono anche che sia verificata dalla magistratura la voce secondo cui sull’edificio collassato sono stati effettuati di recente lavori di consolidamento.

SPIEGA IL RETTORE Francesco Mola: «Nel caseggiato crollato l’ultima manutenzione ordinaria era stata effettuata tre o quattro anni fa. Non c’è stata nessuna avvisaglia che potesse far pensare a un cedimento. I controlli vengono fatti, ma 320mila metri quadri di patrimonio sono difficili da gestire. Ora bisogna affidarsi agli esperti per capire che cosa è successo».
Ieri è proseguito il lavoro dei Vigili del fuoco alla ricerca di indizi sulle cause del disastro e per mettere in sicurezza l’area. E la Procura di Cagliari ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati. Ancora non è stato deciso per quale reato procedere: crollo colposo di edificio o disastro colposo. Al più tardi domani, sulla base delle prime verifiche e delle relazioni che arriveranno a palazzo di giustizia, il magistrato deciderà. Quello alla facoltà di Lingue a Cagliari non è un fatto isolato.

CITTADINANZATTIVA conta ben dieci episodi simili accaduti da settembre: nella elementare di Dello (Brescia), nella media Gennari di Maratea (Potenza), alla Vittorino da Feltre di Adria (Rovigo), nell’istituto Fermi-Leonardo da Vinci di Empoli, nell’istituto di via Agnano a Napoli, nella palestra della Muratori di Castiglione d’Adda (Lodi), nell’ateneo di Fisciano (Salerno), nella elementare di via Fiuggi a Roma, alla primaria Doria di Vallecrosia (Imperia), al Liceo Cavour a Roma. «I crolli che continuiamo a registrare – dice Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva – dimostrano che l’emergenza edilizia scolastica è grave. Chiediamo al nuovo governo di stanziare da subito fondi, oltre il Pnrr, per la manutenzione ordinaria e straordinaria». Più del 40% delle scuole è stato costruito prima del 1976 e oltre la metà è privo delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi; 45 i casi di crollo negli istituti di vario ordine e grado fra settembre 2021 e agosto 2022.